
Dall’analisi degli indici atmosferici e oceani emerge come la prossima stagione potrebbe essere più fredda rispetto agli ultimi anni, soprattutto in Nord America, ma in parte anche in Europa. Che sia la volta buona per un Inverno “vecchio stile” anche in Italia?
L’INFLUENZA DELLA NIÑA A LIVELLO GLOBALE
Uno dei fattori principali è
il ritorno della La Niña, una fase fredda del fenomeno climatico ENSO
(El Niño – Southern Oscillation). Si tratta di un raffreddamento delle acque
nell’oceano Pacifico equatoriale che, a livello globale, influenza la
circolazione atmosferica. In
particolare, il flusso polare tende a scendere verso sud, specialmente
sull’America Settentrionale. Questo provoca spesso un aumento della frequenza e
dell’intensità delle irruzioni di aria fredda, con un conseguente calo delle
temperature e un incremento delle nevicate in vaste aree del Canada e degli
Stati Uniti, soprattutto nelle regioni centrali e orientali.
In Europa, gli effetti della Niña sono meno diretti, ma non
per questo trascurabili. Alcuni inverni segnati dalla presenza della Niña si
sono distinti per un clima rigido, con temperature inferiori alla media e
frequenti nevicate, soprattutto nell’Europa centro-settentrionale. Questo
accade perché, in presenza della Niña, si possono creare configurazioni di alta
pressione nell’Atlantico settentrionale che favoriscono l’afflusso di masse
d’aria fredda dalla Russia verso il continente europeo.
In generale, la Niña contribuisce ad aumentare l’instabilità
del sistema climatico, rendendo più probabili gli eventi estremi, tra cui
ondate di freddo, forti nevicate e sbalzi improvvisi di temperatura. Non si
tratta quindi di un fenomeno che garantisce un Inverno gelido in ogni parte del
mondo, ma piuttosto di una condizione che accresce le probabilità di
avere un Inverno più dinamico, con forti contrasti e fasi di freddo intenso,
anche in presenza di un riscaldamento globale in atto.
Il Vortice Polare è una grande circolazione
atmosferica che si forma ogni inverno sopra al Polo Nord. Il comportamento di questa fondamentale figura atmosferica non è sempre uguale.
Per esempio, se è "forte" e compatto il freddo rimane confinato al Polo Nord, ragion per cui sull'Italia c’è da attendersi un tempo stabile con alta pressione e aria mite. Ma se è "debole" va in crisi e gli effetti possono essere più o meno intensi. Talvolta esso può letteralmente dividersi in due o più parti muovendosi con il suo carico di aria molto fredda ed instabile verso sud.
Quando si spacca/indebolisce la probabilità che ondate di gelo raggiungano anche l'Italia aumentano notevolmente. La causa della spaccatura del Vortice Polare va ricercata nell'afflusso di correnti decisamente più calde in alta atmosfera, evento che in termine tecnico viene chiamato stratwarming (riscaldamento stratosferico).
Le condizioni attuali (La Niña) sono considerate favorevoli
a una possibile disgregazione del Vortice Polare. In passato,
combinazioni simili hanno portato a inverni rigidi con nevicate abbondanti
e temperature sotto la media.
Il cambiamento climatico non
significa che farà sempre e ovunque più caldo, ma piuttosto che il sistema
climatico diventa più instabile e imprevedibile.
Infatti, il riscaldamento degli oceani e dell’atmosfera può
alterare la circolazione atmosferica, favorendo fenomeni estremi in
entrambe le direzioni: ondate di calore anomalo, ma anche irruzioni
di aria gelida. Per esempio, un Vortice Polare indebolito può
lasciare "scappare" masse d’aria artica verso le medie latitudini,
provocando brevi, ma intensi episodi di gelo anche in aree solitamente
miti.
Questi eventi non contraddicono il riscaldamento globale, ma
ne sono una conseguenza indiretta, legata alla maggiore energia presente
nel sistema climatico. In altre parole, viviamo in un mondo più caldo, ma anche
più estremo e caotico dal punto di vista meteorologico.