Secondo Chennamangalam, questi valori superano di uno o due ordini di grandezza il numero stimato di asteroidi vicini alla Terra contenenti metalli preziosi, suggerendo che l’estrazione mineraria sulla Luna potrebbe rivelarsi più redditizia rispetto agli asteroidi in orbita.
Quando un asteroide colpisce la superficie lunare, parte del materiale si vaporizza, ma porzioni significative possono sopravvivere all’impatto, concentrandosi nei crateri più grandi. Tra i 6.500 crateri individuati, 38 superano i 19 chilometri di diametro: qui i detriti vengono spesso trascinati verso il centro, formando picchi in cui i metalli preziosi si concentrano e potrebbero risultare più facilmente recuperabili.
Questo scenario apre interessanti prospettive per il futuro dell’estrazione mineraria nello spazio, trasformando la Luna in una potenziale meta strategica per le risorse rare sulla Terra.