Ci sono alcune zone a maggiore rischio rispetto ad altre.
REGIONI A RISCHIO GRANDINE: LA MAPPA AGGIORNATA
Massima attenzione già dal pomeriggio di Mercoledì 27 Agosto quando l'ingresso del fronte instabile in quota, pilotato da un ciclone (l'ex Uragano Erin), provocherà dei temporali al Nord Ovest. Attenzione in particolare su Alpi piemontesi e lombarde (biellese, Verbano, alto vercellese, varesotto e comasco) dove si eleverà il rischio di grandinate di piccole dimensioni.
Gli occhi sono tuttavia puntanti soprattutto su Giovedì 28 Agosto quando entreremo nella fase clou del peggioramento.
La mappa che vi mostriamo qui sotto mostra le regioni a rischio grandine, con le relative percentuali di probabilità:
- Liguria, rischio molto alto (>70%), specie settori di Levante
- Lombardia, rischio alto (70%), su pianure e Prealpi
- Toscana, rischio alto (70%), specie settori tirrenici
- Veneto, rischio medio/alto (50-70%), in particolare pianure occidentali
- Piemonte, rischio basso (20-30%)
Oltre alla grandine, andrà prestata la massima attenzione per i nubifragi che potrebbero verosimilmente verificarsi su buona parte delle regioni centro-settentrionali. In particolare, sulle province di Savona, Genova, Biella e Verbano Cusio Ossola sono previsti fino ad oltre 200 mm di pioggia (cioè 200 litri per metro quadrato) in pochissimo tempo. Si tratta del quantitativo d'acqua che solitamente cade in oltre 1 mese, concentrato però in poche ore!
PER APPROFONDIRE: Meteo Avviso: Ciclone imminente sull'Italia, rischio nubifragi e alluvioni lampo; ecco dove
COME SI FORMA LA GRANDINE
La grandine si forma all’interno di nubi temporalesche molto sviluppate, i cumulonembi, dove si verificano forti correnti ascensionali che sollevano gocce d’acqua e piccoli cristalli di ghiaccio verso le zone più fredde della nube. In questi settori, le temperature sono ben al di sotto degli 0°C, le gocce ancora liquide si congelano intorno a minuscoli nuclei dando origine ai primi embrioni di grandine. Questi embrioni vengono trascinati più volte in alto e in basso dalle correnti interne al cumulonembo, e ogni passaggio in zone ricche di acqua sopraffusa fa sì che si ricoprono di nuovi strati di ghiaccio, crescendo progressivamente.