
SkyTG24 ha riportato che, secondo Legambiente, le concessioni balneari son troppe e continuano a incrementare: allo stato attuale di fine Luglio 2022, secondo il Rapporto stilato dal noto ente, quasi il 43% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari, il 7% interdetto alla balneazione per l'inquinamento e resta disponibile liberamente circa la metà delle coste del Paese. Oltretutto, non tutte sono sabbiose, poiché una fetta di esse presentano ghiaia, sassi e massi, mentre altre son vicine ad aree fluviali e torrenti, spesso abbandonate a se stesse.
Le regioni peggiori, dove è difficile trovare una spiaggia libera, sono la Liguria, l'Emilia Romagna e la Campania, aree in cui oltre il 70% delle zone costiere è occupato da stabilimenti, spesso a caro prezzo nel mese di Agosto. In alcuni comuni come, ad esempio, Gatteo (provincia di Forlì Cesena), Pietrasanta e Camaiore (Lucca) non esiste praticamente lembo libero, se non in prossimità di scogli o torrenti in aree degradate.
Per risolvere la situazione, Legambiente ha avanzato 5 proposte:
1) garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge, in una percentuale che può essere scelta per ciascuna regione;
2) premiare la qualità dell'offerta di quelle in concessione (caro prezzo ma anche ottimi servizi);
3) ristabilire la legalità e fermare il cemento;
4) definire una strategia nazionale contro l'erosione;
5) promuovere l'adattamento e difendere i litorali dal cambiamento climatico.