La zona maggiormente colpita fu quella dell'Appennino abruzzese dove si consumò la tragedia della valanga di Rigopiano.
Rigopiano,
lo ricordiamo, è una località sciistica (frazione di Farindola)
posta a circa 1200 metri, in Abruzzo, in provincia di Pescara. Il 18
gennaio 2017, a seguito della neve abbondante e forse anche a causa di
una serie di scosse telluriche, un albergo, appunto l'Hotel
Rigopiano, venne investito da un'enorme valanga di neve e detriti.
L'ammasso travolse nel giro di pochi secondi tutto l'hotel, radendolo al suolo e seppellendolo sotto metri di neve, macerie e
frantumi di qualsiasi genere.
Secondo le ricostruzioni, l'albergo fu
spostato di circa dieci metri verso valle rispetto alla posizione
originaria. Fra le 40 persone presenti in quel momento, tra ospiti e
personale, ci sono state purtroppo 29 vittime.
Gli
aiuti, tra cui Soccorso alpino, Guardia di Finanza, Carabinieri, sono
potuti giungere solo all'alba del giorno seguente, il 19 gennaio 2017,
dopo 20 ore, a causa delle vie di comunicazione interrotte da veri e
propri muri di neve e per la scarsa visibilità che ostacolava gli spostamenti in
elicottero.
Su questa TRAGEDIA si sono aperti capitoli giudiziari e inchieste che
sono tuttora in corso. Le accuse più grandi sono state quelle dei
ritardi dei soccorsi, nonostante il personale dell'hotel, già dalla
mattina (prima della tragedia, che si è consumata alle 17.40),
chiedeva aiuto per gli ospiti che volevano abbandonare la struttura,
spaventati dalla coltre nevosa che cresceva minuto dopo minuto. Aiuti
inascoltati, fino alla notizia straziante.
Intanto, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, ha disposto l'archiviazione di 22 indagati nell'inchiesta madre sul disastro. Questo ha scatenato l'ira dei familiari delle vittime. "Comincio a pensare che alla fine la colpa sarà di chi stava in hotel, di chi lavorava a Rigopiano e di chi c'è andato in vacanza", ha scritto su Facebook Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle vittime."Questa archiviazione decisa dal Giudice", continua Feniello, "è un colpo che fa molto male, mi sento preso in giro dalla giustizia. Se non fosse per la promessa che ho fatto a mio figlio, avrei già lasciato tutto".


