In termine tecnico questi eventi meteo estremi vengono definiti "supercelle temporalesche".
Nella classificazione dei temporali, le supercelle sono i fenomeni più pericolosi in termini di potenza sprigionata e potenziali danni. Si tratta di immensi sistemi temporaleschi alti fino a 10/12 km al cui interno è presente una zona di bassa pressione definita in termine tecnico mesociclone.
Con il caldo in aumento cresce pure l'energia potenziale (umidità e calore nei bassi strati dell'atmosfera) in gioco per lo sviluppo, appunto, di celle temporalesche imponenti, in grado di provocare eventi meteo estremi come quello della grandine grossa dei nubifragi e, nei casi più rari, pure i devastanti tornado o tromba d'aria (in italiano, lo ricordiamo, i due termini sono sinonimi), come anche la cronaca recente degli ultimi anni ci ricorda.
L'ENERGIA POTENZIALE: 'CAPE' ALLE STELLE
Questi eventi, tuttavia, ci ricordano che il clima sta cambiando e che in futuro dovremo affrontare sempre più spesso fenomeni di questo tipo a causa di un maggiore riscaldamento dell'atmosfera che provoca un aumento dell'evaporazione e di conseguenza un aumento dell'energia potenziale in gioco per l'innesco di queste immense celle temporalesche. La mappa qui sotto mette bene in evidenza il bacino immenso di energia a disposizione dopo il grande caldo di questi ultimi giorni. In termine tecnico viene definito CAPE, questo indice misura l'energia potenziale convettiva disponibile nell'atmosfera. Indica quanto instabile è l'aria e quanto "carburante" è disponibile per lo sviluppo di temporali.
La nostra attenzione si focalizza sui prossimi giorni quando ci aspettiamo il primo severo break temporalesco: già dal pomeriggio di Domenica 4 Maggio l'ingresso di correnti instabili in quota destabilizzerà non poco l'atmosfera provocando i primi temporali sulle Alpi. Poi occhi puntati tra il pomeriggio e la serata: soprattutto su alto Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna non escludiamo la possibilità di violenti temporali anche a carattere di supercella: i classici eventi estremi. Questi settori si troveranno in una sorta di zona di convergenza dove interagiscono masse d'aria diverse: da una parte il caldo umido dell'anticiclone africano e dall'altra le correnti instabili. La mappa qui sotto mette bene in evidenza le zone maggiormente a rischio.
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