La tempesta Amy ha scatenato venti eccezionalmente forti, con raffiche che hanno superato i 185 km/h sulle coste occidentali dell’Irlanda e in Scozia. Le piogge torrenziali hanno causato allagamenti diffusi, soprattutto nelle regioni centro-settentrionali dell’Inghilterra e in molte aree dell’Irlanda del Nord. Le onde sulle coste atlantiche irlandesi hanno raggiunto i 10 metri, mettendo a dura prova le infrastrutture portuali e costiere. In Irlanda la situazione è stata ancora più critica: nella contea di Donegal è scattato il massimo livello di allerta, con l’ordine per i cittadini di restare nelle proprie abitazioni fino al cessare dell’emergenza. Proprio qui si è verificata la tragedia: un uomo di circa 40 anni è morto nella zona di Letterkenny, in circostanze che le autorità collegano direttamente alle condizioni meteo estreme.
I servizi di traghetti tra Scozia e Irlanda del Nord sono stati sospesi, mentre numerose tratte ferroviarie hanno registrato ritardi e cancellazioni. Il rischio di alluvioni lampo resta elevato, in particolare nelle zone già colpite da piogge intense e da raffiche di vento che hanno provocato la caduta di alberi e danni a edifici. La stessa tempesta si abbatterà successivamente sulla Norvegia meridionale, provocando intense nevicate con accumuli oltre il metro in 24 ore nelle zone interne.
La tempesta Amy è stata alimentata dall’interazione tra i resti degli uragani atlantici Imelda e Humberto e una potente corrente a getto, fenomeni che hanno favorito una ciclogenesi esplosiva. Questo processo ha reso la tempesta extratropicale particolarmente intensa, minacciando il nord Europa e generando condizioni meteorologiche avverse anche nei giorni successivi. L’evento sottolinea l’importanza del monitoraggio meteo per la sicurezza di popolazione e infrastrutture.