Come sempre, per poter delineare una tendenza così a lungo periodo dobbiamo affidarci alle cosiddette previsioni stagionali, che hanno il compito di predire, a livello generale, ciò che potrà accadere, sia dal punto di vista climatico (le anomalie delle temperature), sia da quello pluviometrico (le anomalie delle precipitazioni).
A tal proposito l'ultimo aggiornamento dell'autorevole Centro Europeo, con sede operativa in Italia (a Bologna) non lascia molti dubbi: i valori termici dovrebbero mantenersi oltre la media addirittura fino a +3°C su buona parte dell'Europa tra Gennaio e Febbraio su buona parte dell'Italia.
Insomma, detto in parole semplici, si rischia l'ennesimo Inverno mite (segno evidente dei cambiamenti climatici in atto dovuto alle emissioni di CO2 di origine antropica) di questi ultimi anni anche a causa di un reiterato afflusso di correnti in arrivo dall'Oceano (flusso occidentale perturbato): le classiche perturbazioni che attraversano il continente da Ovest verso Est.
Questo comporterebbe anche un surplus delle precipitazioni con piogge su pianure e coste, mentre le zone favorite per nevicate abbondanti sarebbero quelle di montagna. Non sarebbe certo una novità avere temperature più elevate con precipitazioni più intense: infatti, le più forti perturbazioni sono sovente accompagnate da venti meridionali umidi e temperati che fanno innalzare il limite della neve sin verso i 1500 metri, producendo però carichi nevosi importanti.
Ciò premesso, non sono del tutto da escludere ondate di gelo fin sulle pianure, come avvenuto anche negli scorsi anni, anche recentemente; molto dipenderà dalle sorti del Vortice Polare in grado di influenzare i movimenti di masse d'aria su tutto il continente.
Staremo a vedere se nei prossimi aggiornamenti verranno confermate queste ipotesi o se ci saranno dei ribaltoni. Come ricordiamo sempre si tratta solo di proiezioni generali sul lunghissimo periodo, quindi non vanno intese come le classiche previsioni del tempo e non sono utili a programmare attività.