INVERSIONE TERMICA
La colpa è di un fenomeno chiamato inversione termica. In parole semplici, l'alta pressione crea un vero e proprio "coperchio" sopra l'Italia settentrionale. Normalmente, l'aria calda è leggera e sale, mentre quella fredda è pesante e scende, permettendo un ricambio naturale. Ma in questi giorni, l'aria fredda si accumula al suolo (soprattutto di notte), e l'aria calda, spinta dall'alta pressione, si posiziona sopra, come un isolante. Questo "coperchio" termico impedisce all'aria di mescolarsi e di disperdersi.
ALLARME SMOG
Le conseguenze, specialmente nella grande conca della Pianura Padana, sono sotto gli occhi di tutti. L'umidità resta bloccata, condensando e formando fitti banchi di nebbia.
Ma il vero allarme è quello ambientale: tutte le particelle inquinanti prodotte dalle città (smog, polveri sottili) restano prigioniere sotto questo strato di aria calda. Senza ricircolo, lo smog si accumula a livelli critici.
Le centraline di rilevamento della qualità dell'aria nella Pianura Padana hanno registrato in questi giorni diversi superamenti del limite di sicurezza del PM10 (le polveri sottili). Quasi come si fosse dentro una camera a gas. Il limite giornaliero fissato per la protezione della salute è di 50 μg/m3, ma città come Magenta (Milano) hanno toccato i 78 μg/m3, o come Vigevano (Pavia) i 72 μg/m3, con valori elevati anche a Pavia e Mantova. Questi dati, ben oltre la soglia di allerta, confermano che l'aria che si respira al suolo è ormai insalubre a causa del ristagno.
La situazione, purtroppo, non accenna a migliorare. Finché non arriverà una decisa perturbazione in grado di "rompere" questo strato isolante, la Pianura Padana resterà sigillata, costretta a sopportare cieli grigi, nebbia e aria sempre più insalubre.
Una luce in fondo al tunnel si intravede non prima del 20-22 di Ottobre.