Questi i sintomi hanno colpito circa 600 persone nel primo weekend di dicembre in India. Tutto è iniziato a Eluru, antica città nota per la lavorazione dei tessuti a mano nello Stato meridionale dell’Andhra Pradesh. Qui, nel giro di poche ore, gli ospedali si sono ritrovati “invasi” da persone riportanti uguali sintomi. Senza distinzione di sesso o di età i pazienti riportavano tutti lo stesso malessere che ha causato un morto. Immediato l’allarme per una malattia sconosciuta e di rapida diffusione in un contesto in cui l’allerta per la pandemia da coronavirus ha messo in subbuglio il sapere scientifico.
Al lavoro i medici e le autorità locali che, fortunatamente, sono riusciti a risalire alle cause del problema. Quello che rappresentava infatti il fattore comune tra tutti i malati, a parte i sintomi, era il risultato delle analisi del sangue dove emergevano presenze di NICHEL e PIOMBO. Lo stesso nichel è quello che gli scienziati hanno rinvenuto in numerosi campioni di latte prelevati nella zona dove sono stati registrati i casi. Fortunatamente non si è trattato di un virus e i pazienti, nel frattempo in migliori condizioni, hanno fatto rientro nelle proprie abitazioni.
Insomma, in poche ore si è scatenato il panico nel mondo intero facendo pensare a scenari caratterizzati da una nuova pandemia. Già perché con quasi un miliardo e mezzo di abitanti, il Paese asiatico è il secondo più popolato al mondo. E il rischio di un focolaio che partisse proprio da una nazione avente un’alta densità della popolazione, ha fatto scattare l’allarme.