Meteo: MCS, cos'è l'enorme sistema temporalesco che sta per colpire l'Italia

Meteo: MCS, cos'è l'enorme sistema temporalesco che sta per colpire l'Italia

Cosa è un MCS (Mesoscale Convective System)
Alcune delle ondate di maltempo più intense e pericolose sono originate da una fenomeno atmosferico particolare: il Sistema Convettivo alla Mesoscala o MCS (Mesoscale Convective System). E' tra gli eventi estremi più potenti e pericolosi in meteorologia, spesso responsabili di nubifragi e alluvioni lampo.

Ma di cosa si tratta? Non tutti i temporali sono uguali. Alcuni, infatti, si uniscono e diventano dei veri e propri mostri atmosferici, capaci di scatenare piogge torrenziali, grandinate e venti fortissimi: questi sono gli MCS.

PROCESSO DI FORMAZIONE
Gli MCS nascono quando tante piccole celle temporalesche, che di solito si formano isolate, si organizzano insieme in un unico grande sistema. È come se i temporali si “alleassero”, creando un gigante atmosferico che può estendersi per centinaia di chilometri e durare diverse ore.

Nel Mar Mediterraneo, soprattutto in Autunno, gli MCS trovano un terreno ideale per svilupparsi grazie ad un fattore sempre più frequente: le acque ancora molto calde. Dopo mesi di caldo intenso, il mare accumula una grande quantità di calore che viene poi lentamente rilasciato nell’atmosfera. Questo calore fa evaporare molta acqua, arricchendo l’aria di umidità e rendendola più “pesante” e instabile. Il passaggio successivo riguarda l'innesco dei temporali e solitamente avviene quando delle correnti di aria fredda provenienti dal Nord Europa fluiscono fin sui nostri mari andando ad interagire con le masse d’aria calde e umide sopra il Mediterraneo, creando così un forte contrasto termico. Questo scontro genera instabilità nell’atmosfera, perché l’aria fredda, più densa, tende a scendere, mentre l’aria calda, più leggera, viene spinta verso l’alto. Questo movimento verticale accelera la formazione di nubi temporalesche: l’aria calda umida si solleva rapidamente, si raffredda e il vapore acqueo in essa contenuto condensa, formando nubi cariche di pioggia.

Se le condizioni atmosferiche sono favorevoli, queste singole nubi non restano isolate, ma si aggregano, dando vita a un sistema temporalesco molto più ampio e organizzato, chiamato appunto Mesoscale Convective System (MCS).

Nell'immagine satellitare riferita alla giornata di Mercoledì 15 Ottobre possiamo vedere l'immenso sistema temporalesco in formazione sul mar Tirreno.

MCS visto dal satellite in data Mercoledì 15 Ottobre
Questi sistemi possono estendersi per centinaia di chilometri e scaricare piogge intense in poco tempo, con un potenziale molto elevato di provocare alluvioni lampo e allagamenti.

LE ZONE A RISCHIO MALTEMPO ESTREMO
La fase clou del maltempo è attesa dalla giornata di Mercoledì 15 Ottobre quando questa temibile macchina atmosferica si approfondirà ulteriormente sul mar Tirreno innescando venti molto forti, di tempesta, con raffiche ad oltre 80-90 km/h, specie su Sardegna e Sicilia.
Secondo gli ultimi aggiornamenti il ciclone provocherà un maltempo estremo: si temono violente precipitazioni, anche sotto forma di veri e propri nubifragi: le piogge potrebbero insistere per 2 giorni di fila (anche Giovedì 16 Ottobre) con accumuli che localmente potrebbero risultare da record. Si stima che in sole 72 ore potrebbero cadere fino a 300 mm d'acqua.
Con questi quantitativi di pioggia il rischio di allagamenti è concreto. Non sono da escludere anche locali trombe d'aria (o marine) durante i fenomeni temporaleschi. Le zone a rischio saranno, in particolare, la Sardegna orientale e, per quanto riguarda Sicilia e Calabria, le province di Trapani, Palermo, Ragusa, Catania, Messina, Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone. Successivamente il maltempo si estenderà anche a Puglia e Campania.

Come già capitato nel recente passato (2023, 2024), condizioni di questo tipo possono rivelarsi particolarmente delicate con la possibilità pure di allagamenti e alluvioni lampo. Il Mediterraneo, quindi, con le sue acque ancora calde, funziona come un vero e proprio “carburante” per i temporali giganti, trasformando le condizioni atmosferiche in veri e propri eventi estremi.

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