
Secondo le
ultime osservazioni, tra il 12 e il 28 ottobre si sono osservati al Polo Nord 3,2 milioni di kmq di banchisa di ghiaccio in meno (picco registrato il 22
ottobre con circa 3,4 di kmq mancanti). A darne notizia è il
Lamma, Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo
sostenibile.
Questo dato negativo supera di gran lunga quello del 2012 (tra il 3 e il 10 ottobre) quando si
registrò un picco di -3,06 milioni di kmq. L'anomalia, spiegano gli
esperti, è provocata da un’estate 2020 risultata come la più calda
degli ultimi 40 anni per il Circolo Polare Artico: sono infatti state
molteplici le ondate di calore che hanno fatto registrare punte massime fin sui
36/38°C (in Siberia).
Ma la preoccupazione degli scienziati ora è
la seguente: come reagirà il sistema artico ad una così clamorosa
mancanza di ghiaccio?
Risposte definitive non ci sono. Una situazione simile si può trovare tornando indietro di 125 mila anni, quando ci fu il periodo
interglaciale, con un progressivo ritiro dei ghiacciai, che raggiunsero
estensioni molto limitate, ma le condizioni astronomiche erano ben diverse e non possono essere paragonate a quelle odierne.
Quello ci riguarda più da vicino è un altro tema ancora: quali potrebbero essere le conseguenze di questa situazione a breve termine, ovvero nella prossima stagione
invernale?
Gli esperti hanno affermato che una mancanza così notevole del ghiaccio, peraltro destinata ulteriormente ad acuirsi nei prossimi anni,
potrebbe portare ad una estremizzazione del clima invernale.
Cosa significa? Che potremmo assistere solo a brevi, ma intense ondate di freddo, capaci
di coinvolgere limitate aree del nostro Pianeta o, ancor di più, trovarci di fronte a un Vortice Polare sempre più compatto, compatto con l’avanzata anomala, senza sosta, delle alte pressioni (con conseguente stabilità ad oltranza e valori termici ben oltre la media) verso le medie e alte latitudini.
Per quanto riguarda il Mediterraneo e l'Italia, se tutto ciò fosse confermato, si andrebbe incontro, sostanzialmente, a dei NON-INVERNI, un trend che peraltro stiamo in parte sperimentando già nelle ultime stagioni.
Ovviamente sono solo ipotesi ma, di certo, da prendere in considerazione.