E attenzione, questo della diversità rispetto al 2022 potrebbe anche essere un tema che non riguarda solo il prossimo mese di Giugno, bensì tutta l'Estate.
Prima di addentrarci in qualsivoglia spiegazione, tuttavia, va fatta una doverosa premessa. Le tendenze sul medio e lungo periodo servono a fornire un'idea generale e sommaria di precipitazioni e temperature su vasta scala e non vanno dunque intese come le classiche previsioni del tempo, utili per pianificare eventi della propria vita quotidiana. Nondimeno, grazie al progresso scientifico, le proiezioni stagionali sono diventate oggi un valido strumento di prognosi scientifica, con decisivi contributi nella valutazione climatica a più lunga scadenza.
Ma veniamo al tema iniziale. Se allarghiamo il nostro sguardo all'intero scacchiere emisferico possiamo notare come sul Nord Europa permanga un'area di bassa pressione ricolma di aria decisamente più fresca ed instabile, sempre pronta a riversarsi verso il bacino del Mediterraneo. L'ipotesi è che l'anticiclone fatichi ancora a proteggere il nostro Paese dall'ingresso di queste masse d'aria, lasciano dunque libero spazio alla puntate a più riprese di insidiosi break temporaleschi.
La mappa qui sotto si riferisce alle precipitazioni attese per il mese di Giugno ed è abbastanza eloquente: salta subito all'occhio come buona parte dell'Italia riceverà un surplus di piogge. Al momento, maggiormente esposte potrebbero essere le regioni del Nord e il versante tirrenico; visti i contrasti termici e la tanta energia potenziale in gioco, non sono da escludere eventi meteo intensi. I rischi maggiori si verificano quando, dopo un'ondata di caldo nei bassi strati dell'atmosfera, ristagnano ingenti quantità di umidità e calore.
Successivamente, al primo refolo fresco e instabile in quota i moti convettivi (aria calda che sale) favoriscono la genesi di temporali particolarmente violenti, con elevato rischio di grandinate e in alcuni casi, più rari ma negli ultimi anni più frequenti, anche di trombe d'aria (o tornado).
Per i dettagli occorre ovviamente aspettare ancora, in modo da poter tracciare con maggior precisione la traiettoria delle correnti instabili e, di conseguenza, le zone più a rischio.
Vi terremo aggiornati.