Meteo: Caldo estremo estate 2025, oltre 16.500 morti in Europa legate al cambiamento climatico, 4600 in Italia

Meteo: Caldo estremo estate 2025, oltre 16.500 morti in Europa legate al cambiamento climatico, 4600 in Italia

Un nuovo studio evidenzia come la crisi climatica stia già avendo effetti mortali su scala continentale

Caldo estremo estate 2025, oltre 16.500 morti in Europa legate al cambiamento climatico
Il caldo estremo dell’estate 2025 ha causato almeno 16.500 decessi in Europa, direttamente attribuibili all’aumento delle temperature provocato dai cambiamenti climatici. È quanto emerge da una nuova analisi condotta da climatologi ed epidemiologi dell’Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine.

Lo studio ha analizzato dati provenienti da 854 città europee, evidenziando che il riscaldamento globale è responsabile del 68% dei 24.400 decessi complessivi stimati per il caldo durante l’estate. In alcune zone, le temperature hanno raggiunto valori fino a 3,6°C superiori alla media storica.

LE CIFRE NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI
Secondo lo studio, i cambiamenti climatici hanno causato: 4.597 morti in Italia, 2.841 in Spagna, 1.477 in Germania, 1.444 in Francia, 1.147 nel Regno Unito, 1.064 in Romania, 808 in Grecia, 552 in Bulgaria e 268 in Croazia.

Nelle capitali, l’impatto è stato particolarmente grave: 835 decessi a Roma, 630 ad Atene, 409 a Parigi, 387 a Madrid, 360 a Bucarest, 315 a Londra e 140 a Berlino.

Vittime paesi

IL CALDO: UN KILLER SILENZIOSO
Il report descrive il caldo estremo come un "killer silenzioso", in quanto la maggior parte delle morti legate alle alte temperature non viene riportata nei dati ufficiali, che spesso richiedono mesi per essere aggiornati. Grazie a modelli climatici avanzati, dati storici di mortalità e revisioni scientifiche peer-reviewed, lo studio offre una delle prime stime affidabili dei decessi legati al caldo nel 2025.

Un dato particolarmente preoccupante riguarda la fascia di popolazione over 65, che rappresenta l’85% dei decessi stimati, sottolineando la vulnerabilità crescente di un’Europa che invecchia.

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