Ma com'è possibile che un farmaco felino possa essere utile anche per l'uomo, soprattutto se si parla di coronavirus di tipologia diversa? La risposta è la seguente: il GC376 riesce a legarsi al MPRO, l'enzima che scompone le grandi proteine in aminoacidi, e il virus utilizza questi ultimi come elementi costruttivi per replicarsi: se mancano, il virus non riesce a riprodursi correttamente. Ecco perché questa ricerca è molto importante e nei prossimi periodi comincerà una sperimentazione clinica a cura della Anivive Lifesciences, una società biotecnologica californiana.
Il professor Guo Xiaofeng della South China Agricultural University di Guangzhou ha usato però parole più caute, affermando che: "Se una cura funziona sui gatti, c’è una ragionevole speranza che possa funzionare anche sugli esseri umani. Ma non c’è una garanzia, perché gli umani sono probabilmente più sofisticati dei gatti".
Sono oramai numerosissime le sperimentazioni di cure e farmaci contro il COVID-19 ed è fondamentale questa ricerca, in quanto solo con un vaccino efficace potremo tornare liberamente alla vita di prima.