
Per chi non lo sapesse, l’Amazzonia con i suoi 6,7 milioni di kmq rappresenta
1/3 dell’intero sistema mondiale di foreste pluviali ed è in grado di trattenere
tra 140 e i 200 miliardi di tonnellate di carbonio. Per questo svolge un ruolo
fondamentale nella lotta al cambiamento climatico.
Ma gli attuali cambiamenti climatici che si stanno riversando
con conseguenze gravi in diversi angoli del nostro Pianeta rappresentano un
grave rischio soprattutto per le foreste pluviali che risultano tra le aree più
sensibili.
Secondo uno studio effettuato da un team di esperti e pubblicato sulla rivista Nature Communications, circa il 40% della foresta pluviale amazzonica esistente è ora in un punto in cui potrebbe già essere considerata in parte una savana a causa delle scarse precipitazioni e degli incendi che sono aumentati del 60%. Arie Staal, autore principale dello studio, ha affermato che "le foreste creano la propria pioggia perché le foglie emettono vapore acqueo e questo cade come pioggia più sottovento. Le piogge significano meno incendi che portano ad ancora più foreste". Si è concentrato, inoltre, sui cambiamenti climatici globali che hanno un impatto locale sulla regione amazzonica, ed è arrivato alla conclusione che se le emissioni di gas serra continuassero ad aumentare, l’Amazzonia diventerebbe meno resistente alla siccità.
E l’Italia?
Anche nel nostro Paese sono a forte rischio le foreste
che ricoprono ben il 34% del territorio italiano. Negli ultimi anni sono aumentati
anche qui gli incendi ma questo non dipende esclusivamente dai cambiamenti
climatici, anzi, il principale responsabile dell’innesco è proprio l’uomo.
Spesso, si tratta di azioni compiute per mantenere attivi gli allevamenti degli
animali, limitare l’espansione degli arbusti sui terreni e per l’eliminazione
dei residui vegetali. Quindi è bene chiarire che l’uomo è colui che
provoca l’innesco e successivamente le condizioni ambientali attuali
favoriscono lo sviluppo degli incendi che al giorno d’oggi diventano difficili
da gestire poiché, durante la stagione estiva, siamo sottoposti sempre più a
lunghi periodi caldi e siccitosi.