Non è ancora chiaro come reagiranno gli alleati regionali e internazionali, ma l’ipotesi di un’escalation militare non è più così remota. In molte capitali sono già state convocate riunioni straordinarie per valutare gli sviluppi e coordinare eventuali risposte.
Anche l’Italia, in quanto membro della NATO, potrebbe essere coinvolta. L’Alleanza Atlantica si basa infatti sul principio di difesa collettiva sancito dall’articolo 5 del Trattato: un attacco a uno degli Stati membri è considerato un’aggressione a tutti, con l’obbligo di intervenire.
Al momento, il nostro Paese è ancora distante da un coinvolgimento diretto nei conflitti attualmente in corso, in particolare quelli tra Russia e Ucraina e tra Israele e Iran. Tuttavia, l’instabilità crescente spinge a non escludere scenari futuri più gravi. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha recentemente sottolineato l’urgenza di rafforzare le capacità militari italiane.
Ma cosa accadrebbe se l’Italia venisse trascinata in un conflitto armato? Chi verrebbe mobilitato? Chi sarebbe chiamato a combattere?
In caso di guerra, come riportato anche da Sky Tg24, il primo passo sarebbe l’impiego delle forze armate regolari: Esercito, Marina Militare, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. Resterebbero fuori dalla mobilitazione le forze di polizia civile, come Vigili del Fuoco, Polizia Penitenziaria e Polizia Locale.
In seguito, toccherebbe ai riservisti, ovvero agli ex militari che hanno concluso il servizio entro gli ultimi cinque anni. Solo nel caso in cui le risorse militari ufficiali si rivelassero insufficienti, si potrebbe passare alla mobilitazione dei cittadini.
Il reclutamento della popolazione civile avverrebbe solo in situazioni estreme, ovvero se il conflitto minacciasse direttamente la sopravvivenza e la sicurezza del Paese, come accadde durante la Seconda Guerra Mondiale. In un simile scenario, verrebbero chiamati i cittadini di sesso maschile tra i 18 e i 45 anni, purché idonei al servizio militare secondo le visite mediche previste dalle liste di leva.
È possibile opporsi alla leva?
Rifiutarsi di rispondere alla chiamata, in caso di mobilitazione obbligatoria, non è consentito dalla legge. Solo gravi condizioni mediche certificate possono giustificare un’esenzione. La Costituzione italiana, all’articolo 52, è chiara: "La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino".
Il servizio militare, se dichiarato obbligatorio, deve essere rispettato nei limiti e secondo le modalità stabilite dalla legge. Chi si rifiutasse ingiustificatamente rischierebbe sanzioni penali.