L'evento è legato a un'espulsione di massa coronale (CME) diretta verso la Terra, come segnalato dal sito specializzato Spaceweather.com. Secondo i modelli della NASA, la CME dovrebbe colpire il nostro pianeta nelle prime ore di domenica 1 giugno.

La CME è stata generata da un'esplosione di classe M 8.2 sulla macchia solare AR 4100, una regione particolarmente attiva e instabile. Questa macchia solare, situata al centro del Sole, è considerata una "minaccia continua" per le eruzioni solari di classe X, le più potenti. L'esplosione, avvenuta alle 02:05 ora italiana di sabato 31 maggio, ha scagliato nello spazio materiale solare a velocità elevatissime.
Le macchie solari sono aree più scure e fredde sulla superficie del Sole, dove i campi magnetici intrappolano il calore. Quando questi campi si rompono e si ricollegano, si verificano eruzioni solari che rilasciano enormi quantità di energia. Queste eruzioni possono innescare le CME, che sono getti di materiale solare (plasma) e campi magnetici. Quando questo "vento solare" colpisce la Terra, può causare tempeste geomagnetiche.
La NASA prevede una tempesta geomagnetica G3, che normalmente non sarebbe sufficiente per le aurore boreali in Italia. Tuttavia, un flusso di vento solare ad alta velocità (oltre 2,5 milioni di chilometri orari) sta già interessando la Terra, causando una serie di tempeste geomagnetiche minori. Questo flusso, insieme alla CME, potrebbe intensificare l'attività geomagnetica e favorire l'apparizione dell'aurora boreale.
Gli esperti sottolineano che il flusso di vento solare ad alta velocità è causato da una "regione di interazione co-rotante" (CIR), un fenomeno che si verifica quando flussi di vento solare lenti e veloci si incontrano, generando onde d'urto. La combinazione di questo evento e della CME potrebbe aumentare l'intensità del vento solare e innescare uno spettacolo di luci inatteso.