Per questo e per altri motivi la FASE 2 è considerata "potenzialmente pericolosa" e tutto dipenderà da noi, dai nostri comportamenti e dai nostri accorgimenti.
Proprio nelle aree dove i contagi superano la soglia di 600/700 al giorno torneranno a muoversi le persone più a rischio. Lo studio messo a punto dalla Fondazione dei Consulenti del Lavoro calcola che il 62 per cento di quelli che erano a casa da questa settimana riprenderanno a lavorare. E' ovvio immaginare che la curva epidemica si rialzi, ma allo stesso tempo, bisogna dire durante questo lungo periodo di emergenza abbiamo imparato molto sul virus.
“Con
la riapertura sarà inevitabile che ripartano nuovi focolai
l'importante è individuarli e circoscriverli subito”, ha avvertito la
segretaria della Fimmg Lombardia, Paola Pedrini, che si prepara ad
affrontare la FASE 2 nella regione che ha contato il maggior numero di
contagiati. “Nella FASE 1 siamo stati completamente dimenticati ora
finalmente hanno inserito un sottogruppo con la presenza dei medici
di base nella task force per l'emergenza” ha spiegato la Pedrini, indicando come principale preoccupazione quella dei contagiati non
confermati e dei loro contatti.
“E' vero che si eseguono molti
tamponi ma non abbastanza rapidamente ed efficacemente. Sono in arrivo dei macchinari che velocizzeranno la procedura delle
analisi ma siamo in ritardo perché la FASE 2 adesso è realtà e il
personale Ats (le agenzie di salute pubblica) non è sufficiente. Per
contenere la diffusione dovremmo avere il risultato del tampone entro
tre giorni dai primi sintomi per mettere in quarantena anche i
contatti", ha aggiunto.
Insomma, è allarme in Lombardia, dove 300 mila persone, dal 4 maggio, saranno nuovamente a rischio contagio.