CORONAVIRUS: è ALLARME in LOMBARDIA per la RIAPERTURA, 300 mila Persone a rischio COVID-19 . Ecco perché


CORONAVIRUS: è ALLARME in LOMBARDIA per la RIAPERTURA, 300 mila Persone a rischio COVID-19 . Ecco perché

Cresce l'ALLARME in Lombardia per 300.000 persone a rischio

Cresce l'ALLARME in Lombardia per 300.000 persone a rischio
Una buona percentuale di italiani nelle ultime settimane chiedeva a gran voce di ritornare al lavoro, ma ora che questo, almeno in parte, è realtà, gli spostamenti fanno paura in quanto, lo sappiamo bene, il VIRUS non se n'è andato, è ancora tra noi e proprio grazie al ritorno al movimento di migliaia di persone esso potrebbe riprendere a circolare indisturbato.
Per questo e per altri motivi la FASE 2 è considerata "potenzialmente pericolosa" e tutto dipenderà da noi, dai nostri comportamenti e dai nostri accorgimenti.
Proprio nelle aree dove i contagi superano la soglia di 600/700 al giorno torneranno a muoversi le persone più a rischio. Lo studio messo a punto dalla Fondazione dei Consulenti del Lavoro calcola che il 62 per cento di quelli che erano a casa da questa settimana riprenderanno a lavorare. E' ovvio immaginare che la curva epidemica si rialzi, ma allo stesso tempo, bisogna dire durante questo lungo periodo di emergenza abbiamo imparato molto sul virus.

“Con la riapertura sarà inevitabile che ripartano nuovi focolai l'importante è individuarli e circoscriverli subito”, ha avvertito la segretaria della Fimmg Lombardia, Paola Pedrini, che si prepara ad affrontare la FASE 2 nella regione che ha contato il maggior numero di contagiati. “Nella FASE 1 siamo stati completamente dimenticati ora finalmente hanno inserito un sottogruppo con la presenza dei medici di base nella task force per l'emergenza” ha spiegato la Pedrini, indicando come principale preoccupazione quella dei contagiati non confermati e dei loro contatti.
“E' vero che si eseguono molti tamponi ma non abbastanza rapidamente ed efficacemente. Sono in arrivo dei macchinari che velocizzeranno la procedura delle analisi ma siamo in ritardo perché la FASE 2 adesso è realtà e il personale Ats (le agenzie di salute pubblica) non è sufficiente. Per contenere la diffusione dovremmo avere il risultato del tampone entro tre giorni dai primi sintomi per mettere in quarantena anche i contatti", ha aggiunto.

Insomma, è allarme in Lombardia, dove 300 mila persone, dal 4 maggio, saranno nuovamente a rischio contagio.