Le regioni più colpite sono quelle del Nord: dall'inizio dell'estate sono stati registrati 10 decessi, di cui 6 in Veneto, 2 in Piemonte, uno in Lombardia e uno in Emilia Romagna. A fornire i dati, l'Istituto Superiore di Sanità (Iss). Secondo il report, riportato dal Corriere della Sera, 87 casi hanno manifestato la forma neuro-invasiva, la più grave. Altri 33 pazienti invece hanno mostrato sintomi sotto forma di febbre.
Ventitré contagi sono stati invece identificati tra i donatori di Sangue. Il primo caso è stato segnalato dal Veneto nel mese di giugno nella provincia di Padova.
A sottolinearlo è la circolare "Prevenzione, sorveglianza ed interventi in risposta alla circolazione dei virus West Nile e dell'Usutu" firmata dal direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza e dal direttore generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari Pierdavide Lecchini.
Le regioni che sono state maggiormente interessate dal virus sono l'Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte, la Lombardia, la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia. In Lombardia la sorveglianza veterinaria ha mostrato una circolazione della febbre delle zanzare in tutte le province tranne Monza, Lecco, Bergamo e Sondrio. Nella Regione sono stati confermati 5 casi neuro-invasivi (di tipo più grave), su 12 pazienti interessati.
Solo una piccola percentuale dei pazienti infetti mostra sintomi gravi. Nell'1% dei casi viene colpito l'intero sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) e le meningi. Questo porta all'insorgenza di encefaliti, meningiti e forme acute di poliomielite West Nile. La causa principale di diffusione del West Nile è la puntura di zanzara. Quest'ultima diventa portatrice solo dopo aver punto un uccello infetto: il virus, infatti, viene incubato dai volatili. West Nile può essere però trasmesso anche con le trasfusioni di sangue da donatori infetti, trapianti di organi da pazienti infetti e allattamento.