Giovedì 22 aprile sono iniziate le prime inoculazioni nel nostro Paese del siero prodotto dalla casa farmaceutica Janssen; le fiale (184mila dosi), in attesa del via libera, erano state conservate all'interno dell'hub vaccinale a Pratica di Mare.
Gli
effetti collaterali, come riportato anche dal quotidiano Repubblica, sono risultati generalmente lievi o moderati e
sono stati risolti entro un paio di giorni dalla vaccinazione. I più
comuni: dolore al sito di iniezione, mal di testa, stanchezza, dolori
muscolari e nausea, ha elencato l'Agenzia europea del farmaco. "La sicurezza e
l'efficacia del vaccino continueranno a essere monitorati,
attraverso il sistema di farmacovigilanza dell'Ue e ulteriori studi da
parte dell'azienda e delle autorità europee".
Per quanto riguarda l'Italia, sul tema era intervenuto il prof. Matteo Bassetti, direttore di Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova: "Il Johnson&Johnson sarà il vaccino perfetto per le persone più giovani nella fascia tra i 30-65 anni. Sarà il vaccino per le grandissime immunità ed è un vaccino come AstraZeneca, batteriovirale. Quando è uscito il Pfizer i detrattori dicevano che avrebbero aspettato un vaccino normale come l'AstraZeneca, adesso tutti vogliono il Pfizer. Noi italiani siamo strani".
E quindi, la posizione di Bassetti in merito ai vaccini è chiara: tutti i tipi autorizzati dall'autorità sanitaria prevengono le infezioni da COVID e vanno utilizzati per combattere la pandemia.
"Dobbiamo metterci in testa che, come dovremmo convivere con il virus per anni, così dovremmo farlo con le tante varianti che verranno scoperte". La variante potrebbe essere più contagiosa, ma "non abbiamo certezza che possa sfuggire ai vaccini, occorrono maggiori studi" e, secondo Bassetti, "il Giappone ha gestito molto bene tutte le fasi della pandemia, ma è molto indietro con le vaccinazioni. E' quindi probabile che essendoci da loro una quarta ondata di casi, la responsabilità sia proprio di questa variante perché il virus sta girando liberamente".