Come si legge dalla ricerca riportata anche da Repubblica, il rischio di rare coagulazioni del sangue a seguito di infezioni da CORONAVIRUS è 100 volte maggiore del normale, e di molto superiore ai rischi post-vaccino. Lo studio suggerirebbe quindi che i vaccini, proteggendo dall’infezione, offrano anche una protezione verso le possibili trombosi che possono scaturirne. I ricercatori hanno contato il numero di casi di trombosi diagnosticati entro due settimane dall’infezione da Covid-19 e, parallelamente, dopo la prima dose del vaccino.
È emerso così che le trombosi venose cerebrali sono più comuni in coloro che hanno contratto il Covid-19. Inoltre, il 30% di eventi tromboembolici si è verificato in persone con meno di 30 anni. Rispetto alle osservazioni sui casi di trombosi dopo il vaccino, il rischio è superiore di 8-10 volte, mentre è 100 volte superiore alla media normale. Queste sono le conclusioni degli autori della ricerca. Il professor Paul Harrison ha affermato: “Ci sono preoccupazioni circa le possibili associazioni tra vaccini e trombosi, che inducono i governi e le autorità di regolamentazione a limitare l’uso di determinati vaccini. Tuttavia, dobbiamo avere fiducia, è l'unica arma”.