Terremoto Turchia-Siria: ora Istanbul ha paura, gli esperti temono un Big One; vediamo di cosa si tratta


Terremoto Turchia-Siria: ora Istanbul ha paura, gli esperti temono un Big One; vediamo di cosa si tratta

Si teme un BIG ONE

Si teme un BIG ONE
Tra Turchia e Siria è una strage senza precedenti. Il bilancio, dopo il devastante sisma dei giorni scorsi, riporta più di 15.000 morti ma il dato purtroppo è destinato ad aumentare. Ricordiamo che proprio quella zona, a livello sismico, è una delle più pericolose di tutto il Mediterraneo.

Lo sanno bene gli scienziati che da anni tengono d’occhio quell’incrocio di zolle che accumula sempre più energia che richiede tempo per essere liberata. Ed è questo il motivo per cui dal momento del terremoto si sono susseguite numerose scosse di assestamento. “La situazione sismica in Turchia e in Siria continua ad essere critica. La scossa di lunedì con magnitudo 7.5 sulla placca anatolica si è distribuita per circa cento chilometri nella direzione est-ovest e nella zona centrale ha mostrato, sia pure in un’area limitata, uno spostamento di dieci metri”, ha detto Alessandro Amato, dirigente di ricerca all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), così come riportato dal Corriere della Sera.

“Del resto la placca anatolica si muove due centimetri all’anno rispetto alla placca arabica e le forze in gioco alimentano l’accumulo di energia. Si cerca di studiare l’andamento del fenomeno con i modelli teorici di trasferimento di stress, ma i risultati non aiutano a decifrare bene ciò che potrebbe accadere nel sottosuolo. Certo negli ultimi anni esaminando i dati storici e valutando con nuovi strumenti come i satelliti le deformazioni dei suoli abbiamo maggiore conoscenza. Possiamo quindi migliorare la prevenzione mentre la previsione resta impossibile”.

Ora però si teme per un BIG ONE. Di che parliamo? Nella zona turca si guarda con apprensione alla faglia a soli 20 chilometri da Istanbul lungo la quale sono già avvenuti nel tempo 12 terremoti e dove la gente vive in una condizione ad alto rischio aspettando un Big One (terremoto devastante) come in California.

Se le previsioni restano purtroppo impossibili, un’analisi della situazione può fornire qualche indizio sull’evoluzione del fenomeno. "L’intensità delle scosse che continuano suggeriscono che l’attività sismica proseguirà. Non è irragionevole pensare a una continuazione per giorni o settimane o forse qualche mese". Guardando alla mitigazione del rischio nel 2018 il governo ha varato il regolamento alla legge approvata sei anni prima per le costruzioni antisismiche. "Ma non sempre viene rispettata". conclude con amarezza Aybige Akinci, sismologa turca.