Un odore forte, ma ancora più forti erano le emozioni che provavo, di gioia e speranza per l’Estate che arrivava, ma anche di nostalgia per la scuola che volgeva al termine.
Anche oggi dopo decine di anni, ascolto il mio cuore che torna bambino al primo percepire dell’olfatto, questo senso così vivo e spesso dimenticato: e non posso non pensare agli studenti che concludono l’anno scolastico con quel bagaglio di esperienze ignari del loro futuro, proiettati però verso il futuro stesso, verso l’Estate.
La nuova stagione si caricava e si carica di così grandi aspettative che spesso ne rimaniamo delusi: e tra dubbi e incertezze spicca quella del tempo, il tempo meteorologico, il meteo appunto.
Fino a pochi anni fa l’estate si viveva con la sola equazione sole=caldo, che, come un assioma, era l’unica conseguenza logica-temporale inesorabile di quel profumo di tigli: ma oggi non è più così.
Vuoi perché l’Anticiclone delle Azzorre sempre più pigro viene ripetutamente sostituito dal suo ben più forte cugino africano, vuoi perché le piogge, talora anche meno frequenti, sono però molto più intense e sempre più spesso devastanti ed improvvise.
E così quella leggera sicurezza nella bella stagione inizia a vacillare riempiendo di incertezza i nostri animi.
Ma questo NON è un fatto positivo, questa incertezza è figlia del cambiamento climatico che abbiamo il compito di fermare.
Chissà se torneremo a sentire spensierati il profumo dei tigli....