Meteo: Marmolada, una tragedia annunciata, vediamo cosa sta accadendo per colpa del cambiamento climatico


Meteo: Marmolada, una tragedia annunciata, vediamo cosa sta accadendo per colpa del cambiamento climatico

Immagini del Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) della Marmolada

Immagini del Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) della Marmolada
La più grande tragedia sulle Alpi nell'era moderna. Purtroppo il bilancio delle vittime è molto grave ed i soccorritori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) sono tutt'ora all'opera per cercare i dispersi. La valanga di ghiaccio e roccia che si è staccata Domenica 3 Luglio nei pressi di Punta Rocca, ha investito uno degli itinerari più famosi (la via normale) che porta alla cima della Marmolada.

Alla base della tragedia potrebbe esserci (condizionale d'obbligo, in attesa delle indagini) il gran caldo di questi giorni e il riscaldamento globale. Siamo alle prese dunque con gli effetti del cambiamento climatico in atto che sta interessando sempre più di frequente anche l'Italia: non solo siccità prolungate e grandinate (eventi meteo estremi) come mai si era visto, adesso tocca pure alla montagna.

Il riscaldamento globale da diversi decenni sta letteralmente facendo scomparire i ghiacciai alpini. Dalle ricerche effettuate dal Comitato Glaciologico Italiano e dal Servizio Glaciologico Lombardo sappiamo che negli ultimi 100 anni la superficie glaciale si è ridotta del 50%, quasi tutta tra l'altro negli ultimi 30 anni. Stiamo perdendo una fondamentale e preziosa risorsa idrica (tanto più essenziale in questi periodo siccitosi) che alimenta i nostri fiumi oltre a rappresentare una meraviglia della natura.

A questo processo si aggiunge il fatto che quest'anno ha nevicato poco o niente, quindi c'è poca neve residua che protegge il ghiacciaio dal caldo estivo, ma soprattutto sono settimane e settimane che si registrano valori di temperatura "folli" con circa 10°C in più di quanto ci si aspetterebbe anche su queste cime alpine ad oltre 3000 metri di quota. Secondo i dati di Arpa Veneto, Sabato 2 si erano toccati i 9°C, durante la notte la minima era stata di 5 gradi e già alle 11 di domenica 3 la rilevazione aveva superato i 10°C.
Se per le cause esatte occorre attendere il lavoro degli esperti e della Procura della Repubblica di Trento, possiamo già fare delle considerazioni generali. Le ondate di caldo estremo che si susseguono ormai da Maggio (in realtà sono sempre più frequenti negli ultimi 10/15 anni), provocate dall'anticiclone africano, di fatto potrebbero aver portato alla fusione di neve e ghiaccio e quindi tanta acqua liquida, che si è messa a scorrere dentro al ghiacciaio e alla base dello stesso, lubrificando il contatto tra il ghiacciaio e la roccia o tra uno strato e l'altro di ghiaccio e quindi facendo sì che questo seracco (blocco di ghiaccio) si staccasse e crollasse verso valle.

Un ambiente in totale disequilibrio. Sarà fondamentale capire quali potrebbero essere gli sviluppi di una condizione così fortemente anomala.

Prima e dopo il crollo (fonte ANSA)
Prima e dopo il crollo (fonte ANSA)