Ebbene, le ultime mappe per la prossima estate lasciano spazio a ben pochi dubbi e destano già qualche preoccupazione tra gli esperti. L'avvio della prossima stagione potrebbe essere immediatamente rovente, un po' come accadde nel 2003, ovvero l'estate più bollente che si ricordi, quanto meno da quando si raccolgono i dati.
Facciamo tuttavia il punto della situazione, cercando di analizzare tutti i dettagli di questa prima ipotesi.
Per il bimestre giugno-luglio le carte stagionali del centro europeo confermano anomalie termiche positive di ben +2°C, specie al Centro-Nord, rispetto alla media climatica di riferimento (ultimi 20 anni). Ma questo cosa significa? A prima vista 2 gradi di differenza potrebbero sembrare pochi tuttavia, da un punto di vista climatologico, si tratta di un valore piuttosto elevato, sicuramente un campanello d'allarme. Nella pratica questo potrebbe tradursi in 10/15 giorni in più rispetto al solito con temperature massime fin verso i 32°C su buona parte dell'Italia: insomma le classiche fiammate africane sempre più frequenti negli ultimi anni. Una soglia che come sappiamo, unita anche alla quantità di umidità presente nell'aria, fa la differenza tra il benessere e i primi segnali di disagio.
Con queste premesse, un'attenzione particolare andrà posta al rischio di fenomeni estremi: le cronache degli ultimi anni ci hanno abituati ad una vera e propria estremizzazione del clima, ormai anche alle nostre latitudini. Grandinate intense e forti temporali, i cosiddetti nubifragi, potrebbero infatti alternarsi alle incursioni roventi africane.
Ad oggi, è bene chiarirlo, non possiamo avere la certezza matematica che tutto ciò avvenga, ma tutti gli indizi portano dalla stessa parte, ovvero verso scenari da campanello d'allarme.
Pur sussistendo un certo margine di aleatorietà, quanto detto è tutto vero; non si tratta di previsioni campate per aria, ma di uno dei principali scenari proposti dall'autorevolissimo Centro Europeo.