Una data è rimasta certamente scolpita nella mente degli appassionati di meteorologia e soprattutto della neve: il 13 dicembre 2001. Ognuno degli abitanti del Nord Italia ha molto probabilmente un ricordo o un aneddoto legato a questa gelida giornata.
STORIA - Inizialmente la tormenta nevosa di quel giorno di diciassette anni fa fa fu classificata come burian, pur non avendone tutte le caratteristiche.
Non fu nemmeno una previsione facile e restò abbastanza incerta fino all'ultimo; solo a 24 ore dall'evento gli esperti riuscirono infatti a inquadrare l’evento come situazione molto favorevole a tormente di neve.
Il nostro sito però aveva predetto la nevicate già con 4 giorni di anticipo.
Quel che è certo è che in molti settori della Valpadana esso sarà ricordato come il giorno della bufera di neve.
GHIACCIO INFERNALE - Si trattò, tra l’altro, di una situazione abbastanza anomala, verificatasi nel contesto di un inverno a dire la verità siccitoso, con rarissime precipitazioni nello stesso mese di Dicembre ma anche nel successivo Gennaio.
I disagi furono notevoli, ma il problema maggiore in realtà non fu la neve, caduta sì diffusamente, ma non con quantitativi esagerati; i veri pericoli furono portati dai fortissimi venti siberiani che accompagnarono la “dama bianca”, favorendo la visione di un ambiente a dir poco spettacolare, ma anche ghiacciando inesorabilmente le vie di comunicazione.
CRONACA DI UN EVENTO MAGICO - L’evento fu tutto sommato rapido: fino al primo pomeriggio di quel 13 dicembre le condizioni meteo sull'Italia erano buone, con soleggiamento diffuso e anche le temperature non erano troppo rigide.
In poco tempo tuttavia i venti si intensificarono notevolmente, con provenienza orientale: ciò ebbe come primo effetto una discesa importante dei valori termici.
Nel corso del pomeriggio si verificarono contemporaneamente due condizioni che favorirono i blizzard: aumento progressivo dei venti ed intensificazione della nuvolosità, accompagnata dalla caduta della neve. In prima serata in molte zone si era già sotto i -4 gradi.
L’accumulo nevoso oscillò tra i 5 e i 25 centimetri sulle pianure, a seconda della zona, con valori maggiori sulla Romagna: il manto fu decisamente irregolare a causa delle forti correnti.
Le precipitazioni terminarono in tarda serata, i venti diminuirono di intensità qualche ora dopo.
Nella serata del 13 dicembre vennero paralizzate diverse località, con disagi specialmente per gli automobilisti, costretti a lunghe code e a rientri nelle proprie abitazioni con diverse ore di ritardo rispetto al consueto; alto anche il numero degli incidenti causati dalla formazione di ghiaccio.
THE DAY AFTER - La mattina seguente praticamente tutta la Pianura Padana appariva alla stregua di un territorio artico.
Grazie alle schiarite le temperature precipitarono ulteriormente, portandosi anche a -7 gradi: ciò permise il perdurare di uno scenario da favola, ma anche il protrarsi della pericolosità di strade e autostrade. La mattina del 15 dicembre le temperature scesero ancora, con la neve che non aveva modo di sciogliersi. Essa accompagnò le popolazioni del Nord per buona parte di quel particolare inverno.