Il nostro Paese rischia di trovarsi nel mezzo del campo di battaglia tra due importanti figure meteorologiche: da una parte avremo l'anticiclone africano che potrebbe provocare una nuova ed intensa ondata di calore, dall'altra invece un fronte freddo in discesa dal Nord Europa in grado di scatenare forti temporali e addirittura locali nubifragi.
Secondo l'ultima tendenza, appena aggiornata, l'alta pressione africana potrebbe tornare a farci visita già in avvio di Giugno. Vista l'origine sub-tropicale delle masse d'aria (interno del Deserto del Sahara), oltre al tanto sole, ci aspettiamo una nuova impennata delle temperature con valori ben oltre le medie climatiche: ciò si tradurrà, verosimilmente, in vere e proprie fiammate di calore specie al Centro Sud e sulle due Isole Maggiori, con i termometri pronti a schizzare diffusamente oltre i 35°C.
Attenzione però: lo scudo anticiclonico potrebbe non riuscire a difendere tutto il nostro Paese, lasciando maggiormente scoperte le nostre regioni centro-settentrionali. Masse d'aria fredde ed instabili in discesa dal Nord Europa potrebbero infatti riuscire a destabilizzare l'atmosfera provocando forti temporali proprio a cavallo del ponte del 2 Giugno, festa della Repubblica. Capita infatti che dopo un'ondata di caldo, al primo ingresso freddo in quota (solitamente in discesa dal Nord Europa), i moti convettivi (aria calda che sale) vengano particolarmente esaltati provocando la genesi di temporali violenti, con elevato rischio di grandinate.
Successivamente il resto del mese di Giugno rischia di proseguire all'insegna del gran caldo; le temperature sono attese oltre la media climatica, con scostamenti rispetto ai valori di riferimento addirittura di +3°C su buona parte dell'Europa centro occidentale, Italia compresa. La causa va ricercata nella particolare disposizione delle zone di alta e bassa pressione: molto probabilmente dovremo ancora fare i conti con il temibile anticiclone africano.
Come ricordiamo sempre le tendenze sul lungo periodo servono a fornire un'idea generale e sommaria di precipitazioni e temperature su vasta scala e non vanno dunque intese come le classiche previsioni del tempo, utili per pianificare eventi della propria vita quotidiana. Tuttavia, grazie al progresso scientifico, le tendenze stagionali sono oggi diventate un valido strumento di prognosi scientifica, con decisivi contributi nella valutazione climatica a più lunga scadenza.