Ci aspettano dunque mesi con frequenti ondate di calore ma, c'è una notizia positiva: l'arrivo del caldo potrebbe uccidere definitivamente il coronavirus.
Cerchiamo di capire tutti i dettagli e il perché tracciando anche le prospettive su precipitazioni e valori termici sulla base dei dati ufficiali aggiornati del Centro Europeo.
A dire il vero, questo mese di giugno inizierà in maniera anomala, specie sulle regioni del Nord. A più riprese, infatti una serie di cicloni accompagnati e sospinti da correnti polari impatteranno sul nostro Paese provocando temporali, talvolta anche molto forti. A causa dello scontro tra masse d'aria diametralmente opposte non sono da escludere eventi meteo estremi.
Solo successivamente, dalla metà del mese in avanti, le condizioni meteo si faranno via via più stabili e anche le temperature inizieranno a salire sempre di più portandosi su valori diffusamente oltre le medie del periodo, con punte fin verso i 32°C.
Ma la vera calura arriverà tra luglio e agosto quando il protagonista assoluto delle ultime estati entrerà con prepotenza nello scacchiere meteorologico: si tratta dell'ormai famigerato anticiclone africano che provocherà anomalie termiche fino a +2°C rispetto a quanto ci si aspetterebbe durante i mesi estivi.
Le precipitazioni sono previste invece in media (al Nord) o leggermente sotto norma (al Sud). Questo potrebbe causare dei problemi di approvvigionamento idrico e alle colture in caso di siccità prolungate.
E per quanto riguarda il coronavirus?
Non sempre tutti i mali vengono per nuocere. E se il CALDO ci aiutasse nella lotta contro l'epidemia? Sembra ora esserci più che una speranza.
Un recente studio dal titolo "Climate Affects Global Patterns Of Covid-19 Early Outbreak Dynamics" condotto da un gruppo di esperti guidato da Francesco Ficetola e Diego Rubolini, professori al dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell'università Statale di Milano, ha affermato proprio che l’estate calda potrebbe mettere a dura prova il nemico invisibile e rallentare, una volta per tutte, la corsa della pandemia di COVID-19.
Come riportato anche dal quotidiano "Il Giornale" nella sua edizione online, i ricercatori italiani affermano che il virus si diffonde più velocemente e in maniera più capillare a temperature piuttosto basse: prova ne è che il COVID-19 è letteralmente esploso in una ben precisa fascia climatica dove si trovano Cina, Europa e Stati Uniti d’America. Lunghi test confermerebbero quello che anche altri virologi avevano già preso in considerazione: con l'arrivo della stagione calda il virus tende a diffondersi in maniera molto più lenta, un po' come avviene con la "normale" influenza.
I ricercatori dell'Università Statale di Milano hanno infine elaborato un modello previsionale circa lo sviluppo futuro della pandemia: è evidente, nelle elaborazioni, che con l'avanzare dei mesi la situazione andrà rapidamente migliorando in Europa e USA, ma attenzione, lo stesso non si potrà dire di alcune zone dell’emisfero australe tra cui America Meridionale, Sud Africa, Australia e nuova Zelanda, che avranno presto a che fare con condizioni autunnali ed invernali, più favorevoli alla diffusione del virus.
Sarà interessante capire cosa accadrà.