Le prime proiezioni per la prossima stagione lasciano a dire il vero poco spazio a dubbi e destano anzi già le prime preoccupazioni negli esperti.
Sì perché già a giugno e luglio potremmo aver a che fare con un super caldo, un po' come accadde nel 2003, probabilmente l'estate più rovente della storia.
Ma l'analogia tra questo 2021 e il famigerato 2003 è soprattutto un altra: anche allora, infatti, il mese di aprile fu piuttosto fresco e instabile. Che la prossima stagione possa dunque seguire il trend di quella di 18 anni fa? Certo, non ne possiamo avere la certezza, ma ci sarebbe più di qualche segnale inquietante.
Facciamo il punto della situazione cercando di analizzare tutti i dettagli di queste prime proiezioni .
Come di consueto per poter tracciare una tendenza sul lungo periodo dobbiamo affidarci alle cosiddette mappe stagionali: un tentativo di predire, con largo anticipo, l'andamento meteorologico a grandi linee su vaste scale areali. In Europa leader del settore è il Centro Europeo per la Previsione Meteorologica a Medio termine, ECMWF, con sede in Inghilterra, a Reading (UK).
Ebbene, per il bimestre giugno-luglio le prime tendenze confermano anomalie termiche positive di ben +2°C, specie al Centro-Nord, rispetto alla media climatica di riferimento (ultimi 20 anni). Ma questo cosa significa? A prima vista 2 gradi di differenza potrebbero sembrare pochi tuttavia, da un punto di vista climatologico, si tratta di un valore piuttosto elevato, sicuramente un campanello d'allarme. Nella pratica questo potrebbe tradursi in 10/15 giorni in più rispetto al solito con temperature massime fin verso i 32°C su buona parte dell'Italia: insomma le classiche fiammate africane sempre più frequenti negli ultimi anni. Una soglia che come sappiamo, unita anche alla quantità di umidità presente nell'aria, fa la differenza tra il benessere e i primi segnali di disagio.
Con queste premesse, un'attenzione particolare andrà posta al rischio di fenomeni estremi: le cronache degli ultimi anni ci hanno abituati ad una vera e propria estremizzazione del clima, ormai anche alle nostre latitudini. Grandinate intense e forti temporali, i cosiddetti nubifragi, potrebbero infatti alternarsi alle incursioni roventi africane.
Ad oggi, è bene chiarirlo, non possiamo avere la certezza matematica che tutto ciò avvenga, ma tutti gli indizi portano dalla stessa parte, ovvero verso scenari da campanello d'allarme.
Pur sussistendo un certo margine di aleatorietà, quanto detto è tutto vero; non si tratta di previsioni campate per aria, ma di uno dei principali scenari proposti dall'autorevolissimo Centro Europeo.