Ma di cosa si tratta e perché è così importante? Il nome un po' "buffo" El Niño significa “il bambino” in spagnolo: infatti, l’anomalia termica raggiunge in genere il suo apice verso il periodo del Santo Natale, ovvero proprio quello della Nascita del Bambin Gesù. La voce è in spagnolo perché tocca regioni a lingua ispanica dopo la colonizzazione colombiana. Si tratta di un fenomeno su larga scala, osservato sulla superficie dell’Oceano Pacifico tropicale, centrale e orientale e capace di influenzare le condizioni meteo-climatiche globali.
Gli esperti chiamano questa variazione ENSO (El Niño-Southern Oscillation). I cicli che caratterizzano questo fenomeno hanno una durata che va dai 2 ai 6/7 anni circa.
La Niña ed El Niño sono rispettivamente un raffreddamento e riscaldamento della superficie oceanica. Durante un episodio di Niña, le acque risultano di 1/3 gradi più fredde del normale, mentre nelle fasi di Niño sono di 1/3 gradi più calde.
L'anomalia più preoccupante riguarda proprio questo aspetto: negli ultimi due anni è stata La Niña a dominare la scena a livello planetario e, secondo lo schema classico, le temperature a livello globale sarebbero dovute calare. Ed invece è successo il contrario, il 2022 è stato l'anno più caldo di sempre da quando si registrano i dati meteo.
Questo fatto porta a una riflessione per nulla banale: il riscaldamento climatico in atto, provocato dalle attività antropiche, gioca ormai un ruolo così importante da annullare gli effetti di questi immensi meccanismi climatici.
Ma la domanda sorge spontanea: cosa accadrà quando gli effetti del global warming (riscaldamento globale) si andranno a sommare con quelli di El Niño?
Intanto, quello che sappiamo è che la NOAA, l’agenzia Statunitense che si occupa di dinamiche oceaniche ed atmosferiche, ha appena annunciato che le acqua superficiali dell’Oceano Pacifico si stanno scaldando oltre le aspettative dando il via al fenomeno conosciuto come El Niño. La mappa qui sotto conferma questa anomalia con i valori che si porteranno ben sopra le media climatiche (colore rosso in pieno oceano, davanti alle coste del Sud America).
Stiamo parlando di un fenomeno che riguarda una superficie vastissima, praticamente tutto l'intero Oceano Pacifico, che può avere delle conseguenze anche pesanti sul clima terrestre.
Basti pensare nell'ultimo episodio intenso de El Niño, quello del 2015/16, le acque oceaniche superarono anche di +3°C la norma. Questa enorme quantità di calore fu poi ceduta all'atmosfera, con un aumento della temperatura terrestre ed anomalie climatiche quasi in ogni parte del Mondo: ricorderete i valori caldissimi dell’Estate 2015, passata alla storia poi come la terza più calda in Italia da quando si registrano le temperature.
PREVISIONE - Dopo 2 anni con un regime di La Niña, andremo incontro già dal prossimo mese di Agosto ad un forte riscaldamento delle acque del Pacifico con il ritorno de El Niño. «Il suo arrivo aumenterà di molto la probabilità di battere i record di temperatura e innescherà più caldo estremo in molte parti del Mondo e degli oceani», ha detto il segretario generale della OMM (Organizzazione Mondiale della Meteorologia), Petteri Taalas. Non solo caldo, El Niño generalmente porta all’aumento delle precipitazioni in Sudamerica, nel sud degli Stati Uniti, nel Corno d'Africa e in Asia centrale. Causa inoltre gravi siccità in Australia, Indonesia, parti dell'Asia meridionale, America centrale e nord del Sudamerica. Per la OMM è importante che i governi nel Mondo si preparino «a limitare gli impatti sulla nostra salute, gli ecosistemi e le economie. Avvisi tempestivi e azioni preventive verso gli eventi meteorologici estremi associati con questo grande fenomeno climatico sono vitali per salvare vite e mezzi di sostentamento».
Nel nostro emisfero, il fenomeno di El Niño è correlato ad una maggiore attività dell'Anticiclone di origine africana, che tende ad espandersi sull'Italia e l'Europa nel periodo estivo.
Gli effetti più immediati si traducono in ondate di calore durature con punte fino a 40°C, siccità (specie al Centro-Sud), ed eventi meteo estremi, a causa di una maggior energia potenziale in gioco (più caldo = aumenta l'evaporazione = maggior umidità nell'aria).