Nella giornata di lunedì 2 Dorian dovrebbe solamente sfiorare la Florida (e non investirla come sembrava dalla traiettoria di qualche giorno fa), per poi nei giorni successivi, segnatamente fra martedì 3 e giovedì 5, virare in direzione nord-ovest, verso gli stati della Georgia e le due Carolina, tuttavia perdendo notevolmente d’intensità e passando progressivamente da categoria 4 a 1.
Il National Hurricane Center (Centro Nazionale Uragani) ha chiesto ai residenti della Florida di stare comunque in allerta. Anche se l'uragano non toccherà terra nello Stato del Sole, gli esperti avvertono che probabilmente sarà così vicino alla costa da portare venti devastanti, alluvioni e il temibile storm surge, ovvero un improvviso innalzamento del livello marino, responsabile di inondazioni, danni e pericoloso per le vite umane. Ricordiamo inoltre che un altro pericolo da non sottovalutare è quello degli alligatori presenti nelle paludi a sud di Miami che in occasioni come queste possono invadere le aree urbane mettendo in pericolo i malcapitati che si dovessero trovare nelle zone alluvionate.
Al momento attuale i venti all’interno di Dorian soffiano a più di 300 km/h e la pressione nel suo “occhio” ha raggiunto l’incredibile valore di 914 hPa. Esso risulta uno degli uragani più intensi degli ultimi anni e per la forza dei venti è secondo solo ad Allen che colpì il golfo del Messico nel 1980.