Ma andiamo con ordine per capire le cause di questa poderosa fiammata e i valori record raggiunti in diverse città americane.
In questi giorni una granitica struttura anticiclonica in risalita dal Messico ha investito in pieno la parte centro-occidentale degli Stati Uniti. Analizzando nel dettaglio la massa d'aria emergono alcune peculiarità interessanti: si tratta infatti di un campo di alta pressione molto secco (bassissima umidità) che si riscalda ulteriormente per subsidenza (movimento discendente dell'aria che si origina nelle zone anticicloniche), raggiungendo valori da record. Inoltre la sua estensione è davvero notevole: esso abbraccia infatti diversi Stati, dalla California, all'Arizona, al Nevada, fino allo Utah e al Colorado, per una superficie totale più o meno simile a quella di tutta l'Europa centro-occidentale.
Al momento sono già state raggiunte temperature impressionanti: sono stati toccati i +49,4°C a Needles in California, +45°C a Safford Arizona, +44°C a Tucson (Arizona). Record del 1987 battuto a Helena (Montana) con +40°C e a Billings (1959) con +39,5°C. Temperature infuocate anche a Las Vegas (Nevada) dove sono stati toccati i +45,6°C. Ma il primato, per il momento, spetta alla famigerata Death Valley, in California, dove sono stati raggiunti i +51°C.
Purtroppo, anche a causa di queste condizioni meteo climatiche estreme stanno divampando numerosi incendi: a farne le spese è stato in particolare il Parco Nazionale di Yellowstone, in Montana, dove sono andati in fumo oltre 8 km² di territorio. Alcune persone sono state costrette a lasciare le proprie case, mentre altri roghi hanno causato ulteriori evacuazioni.
E non è finita qui anzi, le previsioni indicano ancora un aumento del caldo per i prossimi giorni con circa 50 milioni di persone in stato di allerta.