Meteo: 4 Novembre, 53 anni fa la TERRIBILE ALLUVIONE di Firenze e l'Acqua Alta STORICA a Venezia. Ecco i Fatti


Meteo: 4 Novembre, 53 anni fa la TERRIBILE ALLUVIONE di Firenze e l'Acqua Alta STORICA a Venezia. Ecco i Fatti

Immagini dell'epoca dell'alluvione a Firenze e dell'acqua alta a Venezia

Immagini dell'epoca dell'alluvione a Firenze e dell'acqua alta a Venezia
Con questo articolo vogliamo ricordare due fatti eccezionali e nello stesso tempo tristi che colpirono due zone d'Italia il 4 novembre 1966, ben 53 anni fa: l'alluvione di Firenze e il record storico di acqua alta a Venezia.

L'Italia sin dalla fine del mese di Ottobre si trovava sotto assedio di persistenti centri di bassa pressione che continuavano a spingere le perturbazioni atlantiche, cariche di pioggia, richiamando dai quadranti meridionali fortissimi venti di Scirocco sull'Adriatico, sullo Ionio e sul Tirreno. La pioggia cadeva insistentemente già da almeno una settimana su gran parte del Paese, grossomodo una situazione simile, anche se non uguale, a quella attuale.

ALLUVIONE di FIRENZE. I fattori meteorologici specifici che concorrevano al quadro atmosferico generale e che hanno contribuito alla piena del fiume Arno si possono sintetizzare in 3 elementi.

Primo elemento
: sui mari italiani è presente un vortice depressionario con minimo tra il Golfo di Genova e il mar Tirreno responsabile di maltempo persistente.
Secondo elemento: i venti meridionali di origine libico-sahariana, inizialmente caldi e secchi, si arricchiscono di umidità lungo il lunghissimo percorso sulla superficie del Mediterraneo, scaricando poi tutta l'acqua sino a quel momento accumulata a ridosso dell'Appennino tosco-emiliano.
Infine il terzo elemento: sull'Europa orientale è presente un robusto campo di alta pressione che funge da blocco nei confronti delle perturbazioni, che pertanto si accaniscono per giorni e giorni sulle stesse zone.


COSA ACCADDE - Nonostante il maltempo continuasse a flagellare la città, nessuno appariva preoccupato dalla situazione di Firenze; la piena dell'Arno in apparenza sembrava ordinaria, tanto da rientrare fra i ricorrenti fenomeni stagionali.
Purtroppo però, non si trattava del classico temporale autunnale perché la pioggia non cessava dal 25 ottobre e addirittura nella sola notte tra il 3 e il 4 Novembre caddero quasi 200 mm di acqua, rispetto ad una media di 823 mm di precipitazioni in tutto l'anno. L'esercito, le forze dell'ordine e i vigili del fuoco erano stati allertati sulla pericolosità della situazione, ma la popolazione civile rimaneva ignara, e comunque le maggiori preoccupazioni riguardavano l'alto Valdarno e il Mugello, il bacino idrografico a monte di Firenze dove tutti i torrenti da Arezzo a Reggello e Pontassieve stavano straripando causando rischiosi allagamenti.
Con le prime vittime l'Arno cominciò a far seriamente paura, avendo già inondato l'intero comprensorio e la piena si dirigeva inesorabilmente verso Firenze, mentre le squadre di soccorso erano ancora occupate nei comuni limitrofi.

L'ESONDAZIONE DELL'ARNO - All'alba del 4 Novembre
il fiume iniziò a rompere gli argini anche nel capoluogo invadendo le zone di Varlungo e Gavinana; la piena procedeva per i lungarni e sommergeva tutti i quartieri storici per raggiungere infine nella mattinata anche Santa Croce e Piazza del Duomo; l'ondata si moltiplicò anche nei comuni della periferia a valle (Sesto Fiorentino, Signa, Scandicci, Campi Bisenzio) con il concorso degli affluenti dell'Arno, e di fatto tutta l'area urbana si ritrovò isolata. Il livello dell'acqua, che raggiunse nel pomeriggio picchi di oltre 5 metri, superò di gran lunga tutte le precedenti inondazioni (compresa quella del 1844, ritenuta inarrivabile), ma l'allarme venne lanciato solo all'ultimo momento e i soccorsi tardarono a mettersi in moto.

L'inaudita proporzione dell'alluvione
, che invase la città con 250 milioni di mc d'acqua e 600.000 mc di fango, colse tutti impreparati.La situazione atmosferica del 4 novembre 1966

La situazione atmosferica del 4 novembre 1966


ACQUA ALTA a VENEZIA - I fattori specifici che sempre concorrono alle alte maree sulla Laguna Veneta sono 3: marea astronomica, ovvero l'influenza della Luna, unico satellite del pianeta Terra, che, tra le altre azioni, svolge un ruolo fondamentale sul livello del mare; essa è facilmente oggi calcolabile con elevata precisione.
Il livello di marea meteorologica, ovvero la componente di marea, ovvero di sovralzo sul livello normale del medio mare, causato dall'azione continua dei venti prevalentemente meridionali sulla superficie dell'Adriatico; esso è ancora oggi oggetto di studio scientifico al fine di poterne prevedere le variazioni con il minore margine possibile di errore utilizzando software specifici.
La sessa, ovvero il movimento periodico delle acque all'interno di un bacino chiuso: un catino, un lago od anche un mare. Le onde di sessa consistono in moti oscillatori che si originano in conseguenza di improvvisi abbassamenti della pressione atmosferica.
L'oscillazione
fondamentale della sessa ha un periodo caratteristico di 21-22 ore circa; ve ne sono poi di secondarie. Grazie allo sfasamento di quasi 3 ore tra la periodicità astronomica della marea (oltre 24 ore) e la sessa (circa 21-22 ore), spesso l'oscillazione può trovarsi in fase con il massimo di marea astronomica e produrre acqua alta.

La sessa fu determinante durante l'acqua alta eccezionale del 4 novembre 1966. I fortissimi venti sciroccali (registrate raffiche di quasi 100 km/h a Tessera) e la rapida diminuzione della pressione sulla laguna veneta, furono la causa principale di questo triste record.

COSA ACCADDE - Lo sfondamento in più punti dei murazzi (opera di difesa che delimita la laguna dal mare) causò anche una notevole persistenza dell'acqua alta, con la marea che rimase per 22 ore sopra quota 110 cm e per circa 40 ore sopra i 50 cm. Il contributo meteorologico fu impressionante: 185 cm!
E per fortuna che la marea astronomica era di soli 9 cm, altrimenti l'evento sarebbe stato più rilevante. La marea raggiunse alle ore 1:30 del 4 novembre quota +127 cm.

Lo Scirocco impedì il deflusso delle acque. Alle ore 18:00 si raggiunsero al mareografo di Punta della Salute i 194 cm, il più alto valore mai registrato. Danni ingenti con i telefoni, l'elettricità e il gas completamente fuori uso.