INVERNO 2017/2018: riscossa gelida ai primi di Dicembre?

Articolo del 22/10/2017
ore 22:00
di Redazione

Analisi di più fattori per l'inizio della stagione invernale, che potrebbe rivelarsi insolitamente fredda. Ecco perché

Inverno, avvio gelido e nevoso? L'ipotesi prende sempre più campo
COn questo articolo vogliamo fare il punto circa le possibili evoluzioni meteo per i mesi invernali: ovviamente si tratta di indicazioni di massima, che potrebbero tuttavia rivelare sorprese inaspettate.

DA TENERE PRESENTE- La velocità di avanzamento del manto nevoso sui settori polari e subpolari euro-asiatici e la copertura di ghiaccio sul Mare di Barents, potranno essere elementi importantissimi per stilare una primissima tendenza dell'Inverno alle porte.
Aspetti che ci daranno indicazioni più sostanziose sulle possibili performances del Vortice Polare. Tuttavia ci sentiamo già da ora di ipotizzare il suo possibile aspetto caratterizzante, soprattutto nella parte iniziale di Dicembre, ma anche nella prima metà di gennaio.

INVERNO 2017, SUPER AVVIO? - Studi recenti hanno dimostrato una buona correlazione dell'andamento dell'Inverno, oltre che con l'avanzamento nevoso euro-asiatico e lo stato dei ghiacci polari nei mesi di ottobre e novembre, con l'andamento medio barico nel mese di settembre.

"AO" A SETTEMBRE, INDICAZIONI PER L'INVERNO? - L'AO settembrino, ossia l'indice che monitora le differenze atmosferiche tra il circolo Polare artico e le medie latitudini dell'emisfero Nord, ha fatto segnare un andamento medio negativo, tra -0,2 e -1.
Sulla base della correlazione, abbastanza efficace nelle osservazioni degli ultimi anni, tra evoluzione dell'AO settembrina e l'AO invernale, ci sono buone probabilità che la prima parte della nuova stagione, possa evolvere con AO neutro-negativo. Ciò comporterebbe un Vortice Polare più rilassato, meno forte e con maggiori possibilità che i suoi lembi si allunghino fino alle medie latitudini, portando irruzioni fredde sul Centro Sud Europa.

QBO-/MINIMO SOLARE, LA CHIAVE DI VOLTA PER L'INVERNO? - Esistono diversi indici teleconnettivi, più o meno conosciuti, ma uno dei più importanti è l'indice QBO, che monitora l'oscillazione quasi biennale dei venti stratosferici equatoriali, quindi l'alternanza di questi da Ovest e da Est.
Questa circolazione periodicamente invertita, molto probabilmente per influenza di onde atmosferiche provenienti dalla troposfera tropicale, finisce con l'andare variamente a miscelare l'ozono stratosferico con riflessi sulle condizioni termiche in sede polare. In particolare, a una QBO negativa (venti orientali) correlata ad un flusso solare basso (caratteristica della nostra stella oramai da diversi anni, ma di nuovo accentuatasi negli ultimi mesi) si è riscontrato frequentemente un riscaldamento invernale nella stratosfera polare e conseguente VP disturbato, proteso ad incursioni gelide in sede Mediterranea.
Il segno di questo indice dopo molti mesi in positivo, è passato a negativo da luglio, approfondendosi a 30 HP sui -14,42 a settembre. A 50 Hpa è ancora positivo, ma il trend è in discesa con prospettive di diventare negativo tra ottobre e novembre. Insomma un altro tassello a favore di un inverno che ha buone possibilità di avere un VP disturbato, più performante in termini di freddo e neve, soprattutto nel mese di dicembre, e nella prima metà di gennaio, con possibili anticipi di gelo anche in novembre, dato il buon predictor AO settembrino.

INDICE ENSO FAVOREVOLE - Infine, ci sarebbe da mettere nel calderone una prospettiva ENSO, cioè lo stato delle acque superficiali equatoriali dell'oceano pacifico, pressoché neutra o di Nina moderata, favorevole a un buona stagione gelida e instabile.

POSSIBILE SITUAZIONE IN ATMOSFERA - Sostanziale alta pressione di blocco su centro est Europa e azioni perturbate fredde invece sull'Europa orientale. In questa dinamica il Mediterraneo centrale e l'Italia si pongono nel mezzo delle due circolazioni, ma con frequente esposizione a quella fredda meridiana.

CENTRO-SUD, NUOVAMENTE IN POLE POSITION PER FREDDO E NEVE? - Maggiore probabilità per una prima parte dell'inverno fredda sulle aree centro meridionali italiane, con rischio maggiore di nevicate fino a bassa quota. Freddo, ma minore instabilità e, quindi, episodi nevosi più fugaci, al Nord. Nulla esclude, tuttavia, che gli impulsi freddi possano mostrarsi in più occasioni più penetranti sul Mediterraneo centrale e apportare instabilità invernale per tutti, in successione da Nord a Sud.

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