GERMANIA: adesso è ASSALTO al VACCINO ASTRAZENECA. La SITUAZIONE


GERMANIA: adesso è ASSALTO al VACCINO ASTRAZENECA. La SITUAZIONE

Boom di VACCINAZIONI, con AstraZeneca, in Germania

Boom di VACCINAZIONI, con AstraZeneca, in Germania
Se in Italia il VACCINO AstraZeneca fa storcere il naso a più di qualcuno (a causa delle possibili reazioni avverse come le trombosi), in Germania la situazione è opposta dove si registra un vero e proprio assalto agli studi medici per farsi vaccinare appunto con AstraZeneca.

Da quando, dai primi di maggio, su decisione del governo federale e dei Laender è caduta la regola della priorità per fasce di età e categorie professionali c'è stato un vero e proprio boom. "Il vaccino anglo-svedese ora è talmente richiesto che rischiano di non bastare più le quantità ordinate", ha detto al quotidiano Rheinische Post il presidente dell’associazione dei farmacisti, Thomas Preis. "Molti medici sono irritati, perchè obbligati a stornare appuntamenti di vaccinazioni già fissati da tempo". Come spiega lo Spiegel, "per molto tempo AstraZeneca è stata nel mirino a causa dei rari effetti collaterali, ora a malapena i medici si salvano dalle richieste". Come riportato anche da Ansa, l’improvvisa popolarità del siero inglese dipende anche dal fatto che la somministrazione della seconda dose può essere accorciata fino a quattro settimane, e questo ha reso questo vaccino particolarmente attraente per i più giovani, che vogliono prepararsi con una vaccinazione completa agli allentamenti e alle riaperture.

Intanto sono quattro i Laender che hanno dato il via alla liberalizzazione completa delle vaccinazioni: dopo la Baviera, il Brandeburgo ed il Baden Wuerttemberg, presto anche a Berlino tutti coloro che vogliano farsi immunizzare contro il coronavirus potranno accedere liberamente al vaccino, a prescindere dalle fasce d’età, le categorie professionali o eventuali patologie pregresse. Ricordiamo infine che, il 34,32% della popolazione tedesca ha ricevuto almeno una somministrazione (pari a oltre 28 milioni di persone), mentre è del 10% (pari a 8,3 milioni di individui) la quota di coloro che hanno avuto anche la seconda dose.