Tuttavia, come riportato anche dal quotidiano Corriere della Sera, le informazioni hanno continuato a circolare sul web fino a quando un ricercatore israeliano, Alon Gal, ha sollevato nuovamente la questione, segnalando un elenco da 12 giga, suddiviso in 108 Paesi. Tante, troppe, infatti le persone coinvolte nella vicenda. E, con più di 30 milioni di utenti coinvolti, l’Italia risulta tra le nazioni più colpite.
Il "furto" comprende numeri di telefono, identificativi univoci, nomi e cognomi, luoghi di collegamento, alcune date di nascita, indirizzi email, stato sentimentale e biografie, tutti dati che possono essere utilizzati per architettare sofisticate truffe e campagne di phishing ai danni degli utenti colpiti. Proprio per questo motivo sono in molti a temere di essere finiti anche loro in trappola, senza essersene nemmeno reso conto.
Ma cosa bisogna fare per capire se è stata violata la propria privacy? Il primo passo da fare consiste nel controllare se i propri dati siano stati o meno compromessi. In tal senso è possibile inserire la propria mail o numero di telefono sul sito Have I Been Pwned, una piattaforma che tiene traccia di tutte le più grandi "rapine digitali" e permette agli utenti di verificare se il proprio indirizzo di posta elettronica sia contenuto nei database, per scoprire eventualmente quali informazioni siano state violate.
Nel caso in cui dovreste scoprire che i vostri dati sono stati violati, dovete innanzitutto cambiare le password. In secondo luogo si consiglia di cambiare il numero di telefono associato a Facebook per la verifica a due fattori. Il motivo? Potrebbe essere stato clonato oppure utilizzato per l’invio di possibili truffe, quindi meglio prestare la massima attenzione.
In ogni caso, è sempre bene inserire il minor numero possibili di dati sui social, proprio per evitare di cadere nella trappola dei malintenzionati.