Nei giorni scorsi, i magistrati avevano già riaperto il caso sulla scomparsa della piccola dalla cittadina siciliana avvenuta nel 2004, dopo aver ascoltato alcune persone. L'edificio in questione, in cui l'operazione si è conclusa nella tarda serata di mercoledì 5 maggio, è disabitato da tempo. La casa da anni non rientra più nelle disponibilità di Corona ed è stata acquistata da una famiglia che vive all'estero. L'unica nota ufficiale sulla perquisizione ha riferito che il sopralluogo è stato disposto dalla Procura di Marsala "per verificare lo stato dei luoghi e se sono stati effettuati lavori edili".
E proprio nel pomeriggio (del 5 maggio) è arrivata anche una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Mazara del Vallo. I pompieri, come confermato dal quotidiano Repubblica, dopo un primo confronto con i carabinieri che presidiano esternamente l'appartamento dove ha abitato Anna Corona, sono entrati all'interno attraverso uno dei due garage dell'appartamento. Si tratta del vano dove è presente una botola di ferro dalla quale, con molta probabilità si accede a un pozzo, oggetto di una prima ispezione.
Ma perché questo improvviso controllo? Fonti di stampa avevano comunicato nelle scorse ore che al vaglio degli inquirenti ci sarebbe stata una segnalazione che sarebbe arrivata al palazzo di giustizia da parte di un anonimo che avrebbe parlato di una misteriosa botola e di alcuni "strani" lavori di ristrutturazione. La segnalazione farebbe riferimento alla possibile presenza del cadavere della piccola Denise, celata da un muro costruito appositamente all'interno dell'abitazione. Indiscrezione, quest'ultima, che tuttavia non ha trovato alcuna conferma ufficiale da parte della Procura e che è stata prontamente smentita da fonti investigative.
Terminati tutti gli accertamenti, c'è stato un esito negativo. Nessuna traccia della piccola dunque, né nell’appartamento, né nel garage, né in un pozzo presente nella palazzina stessa.