I casi confermati della variante nel Regno Unito sono saliti a 12.431, rispetto ai 6.959 della settimana prima e rappresentano fino al 75% dei nuovi casi di coronavirus. Rispetto alla maggior trasmissibilità, la stima del PHE del Secondary Attack Rate (SAR) di Delta è scesa, dal 67% in più rispetto all’Alpha nel rapporto della scorsa settimana, al +50% in quello di questa settimana. Il SAR ci dice quanto è probabile che qualcuno infetti uno dei suoi stretti contatti, quindi Delta conferma la sua potenziale maggior contagiosità. Quali SINTOMI ha la VARIANTE DELTA? A livello di sintomi, come si legge su Il Messaggero, pare essere più impattante sull'organismo. Tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza, ovvero i primi segnali della presenza del coronavirus nelle persone, sono di solito più forti. E di conseguenza anche i tempi di guarigione ne risentono.
Per quanto riguarda i VACCINI la resistenza deve essere ancora dimostrata. Secondo i primi dati da Israele, il vaccino Pfizer-BioNTech è parzialmente efficace contro la ex variante indiana e anche i primi test di neutralizzazione sul vaccino indiano Covaxin hanno mostrato una buona risposta. Secondo il virologo Giovanni Maga, direttore dell'l'Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, "c'è uno studio di un gruppo indiano in cui i ricercatori dimostrano che il vaccino indiano in sperimentazione, protegge contro da questa variante, ed è un vaccino analogo a quello cinese, basato sul virus inattivato. Lo studio è al momento in revisione per la pubblicazione ma i dati sono già stati messi a disposizione su un banca dati pubblica perché la comunità scientifica potesse già valutarli".