COVID: VARIANTE DELTA, gli esperti Cinesi Spiegano Perchè è Così CONTAGIOSA. Il VIDEO


COVID: VARIANTE DELTA, gli esperti Cinesi Spiegano Perchè è Così CONTAGIOSA. Il VIDEO


E' ormai chiaro a tutti ormai come la Variante Delta sia una delle mutazioni del COVID più contagiose tra quelle in circolazione e ciò sta terrorizzando l'Europa e pure l'Italia, a causa di una impennata dei casi nelle ultime settimane. A tal proposito uno studio cinese ha spiegato i meccanismi del contagio della Variante Delta, nonché la sua pericolosità.

Partiamo col dire che è più trasmissibile, nell’ordine del 40-60% rispetto alla Alfa, ma per la prima volta lo studio ha fatto luce anche sul meccanismo alla base di questa contagiosità e su cosa ciò significhi concretamente in merito al rischio di infettarsi.
I ricercatori cinesi del Centro provinciale di Guangdong per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno esaminato in modo rigoroso tutti i dati relativi al primo focolaio di Delta in Cina e hanno scoperto che può riprodursi più rapidamente e che le cariche virali rilevate sono almeno 1.000 volte superiori rispetto a quelle delle altre varianti. Che cosa significa? Che il periodo di incubazione della Delta è ridotto rispetto ai virus precedenti. Inoltre, le persone infette stanno diffondendo "una tonnellata di virus in più" rispetto alle mutazioni precedenti.

Lo studio, pubblicato su Virological, e riportato anche dal quotidiano Corriere della Sera, ha confermato che la positività era rilevabile in media dopo 4 giorni dall’esposizione nell’epidemia del 2021, rispetto ai 6 di media (IQR 5-8) del ceppo del 2020. In pratica, il periodo di incubazione dura meno.
Dallo studio è emerso anche che le vie di trasmissione non sono cambiate: le principali modalità di contagio continuano ad essere un mix di aerosol inalati e contatto diretto (con goccioline di saliva). Se c’è più virus in giro, sarà più facile la sua diffusione. Nessuna novità sulla maggior gravità di Delta (patogenicità); la sua capacità di contagiare induce più persone ad ammalarsi, ma non in maniera differente rispetto alle altre varianti e la maggior carica virale non è ancora dimostrato sia correlata a un maggiore rischio di incorrere in forme severe dI COVID.