Nell’ultimo report ufficiale, che risale a pochi giorni fa, sono stati segnalati 1.590 contagi in sole 24 ore, con un tasso di positività giornaliera aumentato fino all’1,33% e un tasso di positività settimanale all’1,23%.
Secondo i dati forniti dall’Indian SARS-CoV-2 Genomics Consortium (INSACOG), l’aumento dei casi dipenderebbe da una nuova variante, soprannominata ufficiosamente sui social con il nome Arturo.
Secondo un rapporto dell’agenzia britannica Ukhsa
(Uk Health Security Agency) è un lignaggio con tre mutazioni aggiuntive
di Spike, che si è diffuso anche in altre parti del mondo: dalla Cina
al Canada fino anche il Regno Unito.
E' allarmante? Secondo gli esperti, al momento, la variante Arturo non è un allarme, ma solo un'allerta (per l'Europa). Una delle sue caratteristiche sembra essere la capacità di eludere il sistema immunitario
del corpo umano. Questo è il motivo per cui anche alle persone
completamente vaccinate in India è stato chiesto di rimanere in guardia
durante questa nuova ondata.
Tuttavia, non vi sono evidenze secondo le quali, come riportato anche dal quotidiano Repubblica, la nuova variante possa causare forme d’infezione più gravi. Nonostante questo, le autorità indiane invitano alla cautela, rispettando le solite semplici misure di salute pubblica, come evitare ambienti sovraffollati e scarsamente ventilati, coprirsi bene bocca e naso quando si starnutisce, ecc.
"La nuova variante Arturo è un argomento per scienziati da social o da bar. Nessuna variante Omicron ha finora aumentato patogenicità o gravità del Covid. Non lo sta facendo e non lo farà nemmeno Arturo", ha commentato Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova.
Meno ottimista è invece Fabrizio Pregliasco,
virologo dell’Università Statale di Milano: "Ennesima conferma dell’instabilità notevole del virus: una caratteristica per certi versi
perfida, che ha permesso al Covid di fare quello che ha fatto e che,
temo, ancora continuerà a fare: creare nuove varianti in grado di schivare l’immunità e di mantenere alta la circolazione virale".
Per Massimo Ciccozzi,
responsabile Unità di statistica medica ed epidemiologia della Facoltà
di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, "non dobbiamo
temere nuove ondate in Italia".