COVID: ci sono Persone Super Resistenti al Virus! Uno Studio ha Spiegato CHI sono quelli che Non si Ammalano Mai

Articolo del 2/12/2021
ore 18:20
di Redazione

Ci sono Persone Super Resistenti al CORONAVIRUS
Non tutti si ammalano di COVID, anzi, c'è chi non si ammalerà proprio mai grazie ad un’immunità totale. E proprio questo è un grande punto interrogativo per la scienza. Le infezioni da Sars-Cov-2, sin dagli albori della pandemia, dimostravano un’enorme variabilità di ogni soggetto, ovvero una risposta al virus differente da individuo a individuo.

Si sta cercando di studiare questo fenomeno con le prime ricerche condotte dall’Università di Melbourne e dalla Fondazione per la ricerca biomedica dell’Accademia di Atene. L’immunità al COVID è solo un esempio dell’impermeabilità immunitaria propria di alcuni soggetti della specie umana. In qualsiasi pandemia globale mai verificatasi è stata registrata una forte pressione selettiva. D’altro canto, come confermato da Fausto Baldanti, esperto del Laboratorio di Virologia Molecolare del policlinico San Matteo di Pavia, in tutti i casi di malattie infettive c’è una quota di persone che sono naturalmente resistenti.

La base di partenza della ricerca, in questo caso, è stata rappresentata dall’Hiv-1. In quel caso i ricercatori specializzati infatti avevano scoperto, tempo fa, un meccanismo di diminuzione dei recettori delle chemochine DARC (immunideficienza genetica) che conferisce resistenza al Plasmodium vivax.
Visti alcuni fattori di somiglianza tra il comportamento di questo patogeno e quello del coronavirus, analogo sarà il percorso d’indagine sulla genesi della resistenza da Sars-Cov-2.

Sebbene non siamo ancora a conoscenza delle cause genetiche e immunologiche di questa resistenza all’infezione, ci sono dei fattori naturali che secondo molti prevengono il contagio in maniera determinante. Un esempio concreto è rappresentato dalla presenza di un’immunità preesistente, crociata da infezioni similari. Ad oggi si stima che il 25/30% delle persone che non prendono il COVID abbia una risposta T-Cellulare residuale provocata da un’infezione parente del coronavirus stesso.

Come riportato anche dal quotidiano Repubblica, esistono quattro ceppi di Corona che provocano infezione Beta Coronavirus nell’uomo: di questi, due danno una risposta crociata nei confronti della Sars. In pratica le probabilità si alzano in chi ha contratto un Beta Coronavirus umano che si chiama HKU1. Difficile tuttavia individuare i soggetti da analizzare. Prima del contatto diretto con la malattia è impossibile accorgersi di essere resistenti alla stessa, così come dimostrato dall’esperienza del ricercatore Baldanti. L’uomo solo tre anni dopo si è reso conto di aver già incontrato un coronavirus e di essere risultato impermeabile.

Secondo alcune stime, inoltre, il bacino di utenti da monitorare sarebbe così ristretto da sfavorire un’analisi e un monitoraggio del tutto efficace. Sebbene sia in atto una strategia per il reclutamento e l’analisi genetica di questi individui è realistico pensare che si procederà a rilento ancora per molto.


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