Al momento, infatti, le regole sanciscono che con un’incidenza di casi settimanale superiore ai 50 ogni 100 mila abitanti si abbandona in automatico la zona bianca per finire in quella gialla. Il governo, peraltro, pare intenzionato a modificare questi criteri, come preannunciato il Ministro della Salute, ma ancora non è stata ufficializzata la decisione.
Vediamo dunque cosa potrebbe cambiare nelle prossime ore.
A partire dal prossimo 26 luglio, 5 regioni (quelle che stanno mostrando un maggiore incremento dell’incidenza dei casi), dati alla mano, potrebbero tornare in zona gialla. A rischio, come riportato anche dal quotidiano Corriere della Sera, sarebbero: Sardegna (33,2), Sicilia (31,8), Veneto (26,7), Lazio (24) e Campania (21,7). Il passaggio alla zona gialla, lo ricordiamo, comporterebbe delle restrizioni, tra cui l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto e delle limitazioni per quanto riguarda i bar e i ristoranti: In zona gialla, infatti, possono sedersi allo stesso tavolo un massimo di 4 persone, ad eccezione di quelle conviventi, sia all’aperto che al chiuso. Le limitazioni sul numero di commensali allo stesso tavolo avrebbe delle ripercussioni anche per i matrimoni e le cerimonie, per i quali si renderebbe necessaria una rivisitazione dei posti a sedere.
Nessuna limitazione invece per spostamenti, palestre, piscine e parrucchieri.