CORONAVIRUS: ZANGRILLO si scusa SOLO per i toni, ma RINCARA la DOSE. Ecco cosa ha detto STAVOLTA


CORONAVIRUS: ZANGRILLO si scusa SOLO per i toni, ma RINCARA la DOSE. Ecco cosa ha detto STAVOLTA

Passo indietro di Alberto Zangrillo

Passo indietro di Alberto Zangrillo
Dopo le varie sfuriate che lo vedono protagonista da mesi e al centro della bufera mediatica, Michele Zangrillo, primario di anestesia e rianimazione all’Irccs San Raffaele di Milano, è intervenuto nel corso del convegno "COVID-19 in Italia", facendo delle dichiarazioni di scusa, ma solo in relazione ai toni utilizzati nei SUOI vari interventi da marzo ad oggi. "Stigmatizzo questa polarizzazione", ha dichiarato Zangrillo nelle parole riportate dall’Adnkronos.

"Questo far emergere che ci possa essere divergenza di vedute fra addetti ai lavori, che in questa vicenda sono prevalentemente medici, ma anche tanti biologi, statistici, qualche veterinario e qualche epidemiologo, no fa bene. L’importante è che tutti coloro che parlano posseggano l’argomento. E possedere l’argomento significa comportarsi con ottimismo e buonsenso, evitando estremismi in un senso o nell’altro". Alberto Zangrillo, chiedendo scusa per i toni utilizzati, rincara comunque la dose e va dritto per la sua strada, quella per cui da tempo si batte invitando a mantenere alta la guardia, ma senza scadere nella psicosi da virus.

Il medico è tornato anche sulla famosa frase che lo ha visto attaccato da ogni parte, ovvero ‘il virus è clinicamente è inesistente’: "Ci tengo a chiarire un’ultima volta: probabilmente ho sbagliato nei toni, chiedo scusa. Ma nessuno è riuscito a contraddirmi e fortunatamente, con i colleghi del San Raffaele, continuiamo ad assistere a questo tipo di situazione, a questo tipo di evidenza. Dobbiamo convivere con il virus", ha ribadito. Concludendo poi così: "Voglio che sia chiaro a tutti che esiste un’enorme differenza fra contagio e malattia. Tutti i contagi che stiamo contando ogni giorni in Italia, fortunatamente non sono in grado di produrre una malattia con clinica tale da portare la persona in ospedale o, peggio, in terapia intensiva. Speriamo che la situazione si confermi tale".