Torna
la paura in Cina dove la zona a Nordest di Pechino è nuovamente
piombata nel lockdown a causa di un ritorno di casi di coronavirus.
Le autorità locali hanno annunciato la chiusura di tutte le aree
urbane e i villaggi. Si tratta dunque a tutti gli effetti di una seconda
ondata di contagi.
A questo punto, è lecito chiedersi se, dopo il periodo
difficile che ha attraversato il nostro Paese, potrebbe esserci
un contagio di ritorno anche in Italia.
A questa domanda ha cercato
di una una risposta il Ministro della Salute Roberto Speranza, anche
se è difficile poter fare previsioni in questo senso.
"E'
un Paese più pronto, noi non sappiamo cosa avverrà nei prossimi
mesi. Alcuni scienziati parlano dell'ipotesi di una seconda ondata.
Dobbiamo essere pronti e lavoreremo da domani mattina, con le
regioni, per rendere forti e rigorosi i nostri ospedali e le
strutture sanitarie. Lo faremo investendo sul personale mettendo in
campo 240 milioni per nuove assunzioni (finora ne sono state fatte
23.000), e 190 milioni per gli incentivi".
Insomma, sembra tutto pronto per affrontare una nuova possibile emergenza. Ma lo
siamo davvero? Lo eravamo, secondo alcuni,
anche a gennaio, quando il COVID-19 sembrava lontano da noi.
Poi
sappiamo tutti come è andata. Siamo diventati primi nel mondo per
numero di contagi, vittime e diffusione dell'epidemia. Le previsioni dell'epoca non furono le più corrette, sicuramente sottostimate.
L'auspicio, naturalmente, è che le dichiarazioni del Ministro Speranza siano corrette o, ma soprattutto auguriamoci che una seconda tornata di contagi eviti il Bel Paese.
Abbiamo già dato tanto, troppo,
in termini di "catastrofi" in questo 2020. A tal proposito, il virologo Andrea Crisanti ha affermato: "la seconda ondata di contagi sarà ridotta in Italia, ma l’epidemia potrebbe tornare dall’estero e quindi bisogna controllare gli aeroporti, tracciare chi arriva e fare tamponi mirati. Servono accordi internazionali".