A fare un po' di chiarezza in merito ad un ritorno alla normalità è un nuovo studio realizzato da Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute e Fondazione Kessler. Come riportato anche dal quotidiano Corriere della Sera, secondo questa ricerca, su cui pesano le due incognite legate alla durata dell'immunità e alle varianti COVID, è ipotizzabile una ripartenza dell’Italia verosimilmente nel mese di agosto.
Queste le condizioni: riportare nel più breve tempo possibile i contagi alla quota di 50 ogni 100 mila abitanti a settimana (oggi sono oltre 4 volte tanti); vaccinare 500 mila persone al giorno e riaprire gradualmente mantenendo l’Rt a 1 in modo da bilanciare l’allentamento delle misure con l’effetto dei vaccini.
Secondo lo studio, in base al migliore scenario, se le vaccinazioni procederanno a ritmo sostenuto (cioè almeno mantenendo il ritmo attuale), la campagna vaccinale in Italia potrebbe chiudersi nell’arco di 13 mesi totali, cioè per l’inizio del 2022.
In questa situazione, le misure di contenimento potrebbero essere eliminate del tutto in 12 mesi (sempre a inizio 2022). Bisognerà attendere quindi 18 mesi, invece, per arrivare in Italia a una situazione di "zero COVID" (due settimane senza contagi).
L’altro aspetto fondamentale è legato alla protezione dei vaccini dalla malattia e dall’infezione: se i vaccini proteggessero solo dalla malattia, bisognerebbe mantenere a lungo le misure di contenimento, anche se non nelle forme più strette. In conclusione quindi, secondo gli studiosi, sarà importante testare la capacità di realizzare una campagna di vaccinazione adeguata, cioè con 4 dosi al giorno ogni mille abitanti, a cui bisogna aggiungere il recupero del tempo fino ad ora perso.
Nel caso in cui si verifichi questa condizione, ci si può attendere "il ritorno a uno stile di vita identico a quello pre pandemia nel giro di 7-15 mesi" a partire dallo scorso gennaio "nella maggior parte degli scenari".