Ad oggi, tuttavia, sappiamo ancora ben poco o pochissimo sulla natura del virus, su quelle che possono essere le conseguenze sul corpo di chi viene infettato e il decorso stesso della malattia.
La casistica dice che NON comporta solamente una polmonite ma che anzi, dalla testa ai piedi, tutti gli organi possono essere influenzati dal COVID-19.
Anche se si guarisce e il tampone dà esito negativo, gli strascichi possono durare a lungo. Cuore, cervello, vasi sanguigni e reni, ma anche pelle e occhi possono essere "toccati" dall'infezione e anche dopo due mesi dalla malattia ci sono casi di spossatezza fisica. Oggi, negli ospedali, c’è fortunatamente un numero limitato di pazienti intubati, mentre all'inizio, ricordiamo che il problema sembrava solamente respiratorio.
L'affollamento si è spostato nei
tanti ambulatori che studiano gli effetti di lungo termine del COVID sui vari organi, ma anche su pelle e occhi, oltre alla ben nota perdita di gusto e
olfatto in un paziente su tre.
A Brescia una donna aveva tutti i
sintomi di un infarto, ma nessun valore anomalo al cuore. Era solo
positiva. C'è poi il caso di un gruppo di atleti dell’Università dell’Ohio, guariti
del COVID: il 15% ha ancora una miocardite in atto, cioè
un’infiammazione del cuore, pur avendo avuto pochi o nessun
sintomo. Guido Padoa, 61 anni, è perfettamente guarito dalla
polmonite: come riportato dal Washington Post, gli capita di
frequente di addormentarsi all'improvviso, alle ore e nelle
situazioni meno opportune.
A luglio, a Londra, i medici hanno descritto
il caso di una donna che in casa vedeva scimmie e leoni: sintomi di
una psicosi apparsa dopo la diagnosi di COVID. Non si sa ancora se
sono effetti temporanei o molto lunghi, oppure di un danno diretto
del virus al cervello.
Insomma se fino ad oggi si pensava che il COVID-19 colpisse solo i polmoni, ora sappiamo che non è così. All'inizio dell'emergenza ci siamo dati da fare per dotare di respiratori le terapie intensive. Oggi negli ospedali c’è un numero limitato di pazienti che ne necessitano. Lo dicono i dati.