In Cina nelle ultime 24 ore sono stati riportati 61 nuovi casi di COVID-19, 57 dei quali trasmessi localmente. E' il peggior dato degli ultimi quattro mesi e mezzo. Lo riferisce la Commissione sanitaria nazionale spiegando che la provincia occidentale di Xinjiang, dove all'inizio di luglio era stato segnalato un focolaio, ha confermato 41 positivi nel capoluogo Urumqi. Nel nordest della Cina, nelle province di Liaoning e Jilin, sono stati segnalati rispettivamente 14 e 2 casi.
In Vietnam è stata chiusa la città costiera di Da Nang e sono state fatte evacuare 80 mila persone, quasi tutti cittadini vietnamiti in vacanza. Le autorità di Hong Kong hanno imposto l'obbligo a tutti i cittadini di indossare le mascherine in pubblico nel tentativo di contrastare il contagio. "La situazione epidemica è straordinariamente grave a Hong Kong", ha dichiarato ai giornalisti il vice responsabile dell'esecutivo, Matthew Cheung, preannunciando una serie di misure restrittive nella città-stato.
Ma cosa sta accadendo allora nel mondo? I morti hanno raggiunto quota 650 mila (648.966) con
16.264.048 casi accertati di contagio. E' l'ultimo bilancio tracciato
dalla Johns Hopkins University, che dall'inizio della pandemia, tiene un
conteggio costantemente aggiornato delle infezioni e delle vittime del
COVID-19.
Il Paese più colpito sono sempre gli Stati Uniti, con
4.234.140 casi positivi e 146.935 decessi, seguiti dal Brasile, con
2.419.091 contagi e 87.004 morti.
Sono quasi 50 mila i nuovi contagi da COVID-19 riscontrati invece in India nelle
ultime 24 ore, il numero più alto registrato in un giorno nel Paese
dallo scoppio della pandemia. Il ministero della Sanità di Nuova Delhi
ha segnalato 49.931 nuovi casi, aggiornando a 1.435.453 il totale dei
contagiati, mentre è salito a 32.771 il numero dei morti, 708 in più
rispetto a ieri.
Anche l'Europa non se la sta passando bene: in Germania sono stati confermati altri 340 nuovi malati nelle ultime 24 ore. Peggiora la situazione anche in Romania, con migliaia di casi.
Insomma, siamo nel pieno della pandemia e, soprattutto, già all'inizio di una terza ondata di contagi.