CORONAVIRUS: ma quanto PROTEGGONO le MASCHERINE? Ecco i valori a seconda del TIPO utilizzato


CORONAVIRUS: ma quanto PROTEGGONO le MASCHERINE? Ecco i valori a seconda del TIPO utilizzato

Esistono diverse TIPOLOGIE di MASCHERINE

Esistono diverse TIPOLOGIE di MASCHERINE
La nostra alleata contro il CORONAVIRUS, la MASCHERINA, è diventato un oggetto obbligatorio nel nostro Paese, affinché si possa limitare quanto possibile il CONTAGIO. E in giro ne vediamo tante, diverse, di tutti i colori e alla moda, con prezzi in alcuni casi, esorbitanti. Vi riepiloghiamo, per questo, i principali modelli con caratteristiche e grado di protezione per ogni tipologia. Ci aiuta un’immagine (quella allegata sotto) compilata dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici da cui si vede come le mascherine che non siano di stretto uso medico proteggono in uscita piuttosto che in entrata.

Iniziamo con le MASCHERINE CHIRURGICHE: sono le più diffuse e le più economiche. Sono usate dai medici per proteggere i pazienti quando sono sul tavolo chirurgico e vanno bene per i malati, perché limitano la diffusione nell’ambiente di particelle potenzialmente infettanti bloccando almeno il 95% dei virus in uscita. Sono usate nella maggior parte degli ambienti scolastici e di lavoro, ma non proteggono chi le porta dall’inalazione di particelle aeree di piccole dimensioni. MASCHERINE FFP2 e FFP3: devono avere marchio CE e l’indicazione UNI EN 14683, che è la norma per la prestazione tecnica che ne garantisce requisiti e caratteristiche. Le FFP2 e FFP3 hanno una efficienza filtrante del 92% e 98% rispettivamente. Devono essere indossate con precisa procedura che viene insegnata in appositi corsi. In entrata, queste mascherine filtrano anche le particelle più piccole di virus che spesso si producono in quantità durante alcune procedure mediche effettuate in ospedale su pazienti con insufficienza respiratoria.

Un’alternativa alla MASCHERINA chirurgica sono le FFP1, che hanno un’efficacia filtrante del 72% in entrata e uscita. Esistono infine anche maschere in elastomeri o tecnopolimeri dotate di filtro sostituibile P2 o P3 regolamentate dalla UNI EN 140e UNI EN 143 (filtri antipolvere). L’efficienza filtrante di questi dispositivi è analoga a quelli delle FFP2 e FFP3, con il vantaggio di una migliore tenuta sul viso ma con un maggiore disagio per via del peso. Poi abbiamo le MASCHERINE con VALVOLE: le FFP, rendono a chi le indossa più agevole la respirazione, ma fanno filtrare all’esterno il respiro. Non vanno bene per i malati e in genere non proteggono gli altri: in uscita hanno un potere filtrante di solo il 20%.

E le MASCHERINE di STOFFA? Il loro potere filtrante è condizionato dal tipo di stoffa e dal numero di strati, ma indicativamente possiamo considerare che siano meno efficaci di una mascherina chirurgica sia in entrata, ma soprattutto in uscita (quindi non vanno bene per i malati). Poi dipende anche dal materiale. Molti tessuti fanno un buon lavoro filtrando le particelle virali più grandi, altri no. QUI vi mostriamo in VIDEO come utilizzarle correttamente

E poi ci sarà capitato di vedere qualcuno con sciarpe e bandane. Anche in questo caso dipende dalla stoffa. Bisogna dire che nei test, entrambe, hanno funzionato male.

Ecco le VARIE tipologie di MASCHERINE
Ecco le VARIE tipologie di MASCHERINE