"Bisogna fare poche cose, ma chiare. Bisogna dire agli italiani che non è finita, bisogna chiamarli all’ultimo sacrificio. Lo può chiamare lockdown o zona rossa, ma bisogna bloccare la trasmissione del virus". Il professor Andrea Crisanti, come riportato da AdnKronos, ribadisce la necessità di adottare nuove misure per arginare la diffusione del coronavirus e ridurre i rischi legati alla presenza delle varianti. "Bisogna fermare la trasmissione e accelerare i vaccini, altrimenti a MARZO avremo 40 mila casi al giorno. Bisogna creare un programma per monitorare le varianti. L’Iss ha chiesto l’elemosina ai singoli laboratori, dicendo ‘fatelo con i soldi vostri’. Ma questo è un paese occidentale?"
Crisanti si è poi soffermato anche sul ruolo dei tecnici: "In altri paesi, i membri del Cts sono stati scelti all’esterno dell’apparato statale. In Inghilterra, gli esperti sono protagonisti di un dibattito costante. In Italia sono tutte persone di apparato. Non ci si può lamentare se gli accademici esterni dicano ‘ahò, ma che state a fa?’, detto alla romana. I tecnici che hanno preso le decisioni fino a questo momento hanno visto la pandemia in televisione. Non sono state prese in considerazione persone che hanno vissuto la pandemia sul campo. Noi a maggio avevamo 150 casi al giorno, potevamo chiudere la partita e blindare l’Italia con un sistema di tracciamento, con un investimento per perimetrare le trasmissioni. Lo hanno fatto Corea, Giappone, Nuova Zelanda, Vietnam. In Nuova Zelanda hanno chiuso un’intera città per 40 casi, hanno tracciato tutti e ora sono senza mascherina".
Crisanti pare dunque convinto e fermo sulla sua idea di lockdown, ma il nuovo presidente del Consiglio, Draghi, "lo ha già bloccato" attuando il sistema di zone rosse mirate e non totali.